Cales, preda di tombaroli e pirati
delle vendite web: le monete su Ebay

Cales, preda di tombaroli e pirati delle vendite web: le monete su Ebay
di Antonio Borrelli
Lunedì 17 Gennaio 2022, 08:47
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«Quelle monete di Cales non possono essere vendute senza certificazioni». È questo il commento della Soprintendenza di Caserta e Benevento attraverso le parole di Antonella Tomeo, responsabile dell'area di competenza, dopo la notizia della messa in commercio di caleni coniati tra il 268 a.C. e la Seconda guerra punica e venduti su Ebay. «Quello delle monete antiche - continua Tomeo - è un mercato non facilmente controllabile ma il monitoraggio è costante. Tuttavia è difficile ricostruire la provenienza di quei reperti. I Caleni sono monete molto diffuse in tutta la Campania e potrebbero anche non provenire dall'antica Cales».

Secondo le nostre ricerche pubblicate ieri sul Mattino, infatti, un Caleno con testa di Minerva e gallo si trova attualmente a Foggia, mentre un secondo bronzo della stessa epoca è in vendita in Francia.

Proprio su Ebay, alla richiesta di ottenere certificati di possesso, provenienza e autenticità delle monete, entrambi i venditori hanno risposto che «la moneta viene venduta da sola, senza documenti, neanche di autenticità», altri hanno bissato. A tal proposito alcuni esperti spiegano che «bisognerebbe indagare se si tratta di monete già in possesso da parte di queste persone, magari per lasciti testamentari, o se invece sono effettivamente state cercate e trovate sul territorio. In tal caso si configura un'attività di ricerca illecita di beni archeologici». Così, se da una parte un reato è stato di certo commesso, dall'altra risulta complesso ricondurre il possesso al furto in una determinata area. Con gli elementi a disposizione è infatti difficile ricostruire la provenienza dei reperti caleni in vendita online, sebbene l'esperienza del lavoro dei carabinieri abbia più volte messo in luce reati per possesso o commercio di materiale numismatico di proprietà dello Stato.

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Ma il mercato nero di reperti provenienti dall'ager calenus porta alla mente il periodo più buio degli scavi clandestini in zona. Per la responsabile Tomeo la situazione oggi è Cales è decisamente migliorata rispetto al passato sul fronte sicurezza: «Il fenomeno degli scavi clandestini ha riguardato queste zone in maniera molto più intensa negli anni Ottanta e Novanta, ma ora il fenomeno è abbastanza ridimensionato anche per interessi che a noi sfuggono. Di certo è un'area molto conosciuta dai tombaroli e la necropoli di Cales è davvero molto vasta. La sua ampiezza rende quindi più difficile il controllo costante, ma si tratta di un'area monitorata sia dalla Soprintendenza che dalle forze dell'ordine». Sita lungo l'antica via Latina, Cales si trovava in un posizione strategica tra le due più grandi città dell'Impero, Roma e Capua. Era fiorente, famosa per il vino e per le sue ceramiche stampate in rilievo. Della città antica oggi restano uno splendido teatro, le terme centrali e quelle di San Leo, il tempio esastilo, il Castellum Aquae e i resti dell'Arco di trionfo, della Palestra, delle insulae e della basilica paleocristiana di San Casto Vecchio - mentre ancora sotto terra vi sono i resti dell'anfiteatro. Definita da Strabone «Urbs egregia» e da Cicerone «Civitas magna», Cales fu la prima colonia romana di diritto latino in Campania e nel III secolo a.C. diventò la capitale della Campania romana. Indagata sin dal 1961 da Werner Johannowsky, Cales non è mai stata del tutto scoperta, ma è stata depredata da orde criminali nell'area archeologica.
 

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