«Ho accettato nel nome di Giancarlo Siani, per quel seme di legalità che ha lasciato su questa terra decenni fa». Lorenzo Diana ha sciolto la riserva, nonostante le sue titubanze, la sua lunga riflessione, e ha accolto l’incarico a Torre Annunziata. Sarà il vice del sindaco Vincenzo Ascione e si troverà a lavorare su deleghe che oggi, a quasi un mese dall’arresto del capo dell’ufficio tecnico Nunzio Ariano, trovato con una tangente da 10mila euro, suonano ancora più pesanti. L’ex parlamentare di San Cipriano d’Aversa si occuperà della Gestione dei beni confiscati, di Legalità e sicurezza, di Trasparenza e di Procedimenti anticorruzione. Impossibile, soprattutto nella terra dominata dai clan Gionta e Gallo-Cavalieri, dove maturò l’omicidio del cronista del Mattino, dare un ordine di priorità al lavoro da fare: va portato avanti tutto insieme, con il massimo sforzo, senza tralasciare nulla.
Per Lorenzo Diana è un ritorno sulla scena politica dopo una lunga vicenda giudiziaria dalla quale, dopo molti anni e dopo l’infamante accusa di essere al servizio della camorra casalese, è uscito completamente pulito.
Diana pone in secondo piano la sua vicenda giudiziaria e il commento sulla magistratura a cui, secondo l’ex parlamentare, «spetta il controllo di legge sugli operati e sulle ipotesi di eventuali reati e perseguirli, ma non di divenire un presunto tribunale morale. Del resto le vicende Palamara ce ne danno conferma. Ho lottato per un’intera vita per la magistratura e per la giustizia, ma altrettanto mi batto per la riforma della giustizia, che così com’è non funziona, è lentissima, non riesce a colpire adeguatamente i colpevoli, crea spesso problemi anche agli innocenti».
Poi di nuovo tra le vicende torresi, sulla trasparenza degli atti e soprattutto degli appalti, nodo cruciale. «Bisogna innalzare la guardia, utilizzando gli strumenti legislativi a disposizione».