Orta di Atella, il cemento dei rioni
fuorilegge fa fuori un altro sindaco

Orta di Atella, il cemento dei rioni fuorilegge fa fuori un altro sindaco
di Mary Liguori
Venerdì 8 Novembre 2019, 08:11
4 Minuti di Lettura

Il graffito sul muro che costeggia il viale di basoli che dà su un enorme crocifisso che apre le braccia sulla via per il Municipio recita «cambia il vento ma noi no». Pensieri a vernice spray di un innamorato che cadono a pennello il giorno dopo lo scioglimento per camorra deciso dal Consiglio dei ministri. Orta di Atella, connubio sconclusionato di case, palazzoni, parchi residenziali, strade disconnesse, viali di sampietrini, palazzotti d'epoca, cantieri aperti. Un guazzabuglio erto a suon di colpi di cazzuola, di abitazioni a scatola messe su, una dopo l'altra, durante le tribolate amministrazioni di Angelo Brancaccio finite, dopo tre elezioni vinte a furor di popolo, con il commissariamento.

LEGGI ANCHE Napoli, 16 alloggi gestiti dalla camorra: sigilli a B&B abusivo. Turisti in lacrime: «Fuggiamo da qui»

È trapassata, invece, per mano della mancata approvazione del bilancio la fascia tricolore di Giuseppe Mozzillo il Pd. Ieri mattina Andrea Villano, mancato candidato alle Provinciali con l'ala del Pd che fa capo a Stefano Graziano - il suo nome compariva nella lista che fu poi ricusata - ha salutato il Municipio. L'aria è tiepida dopo la burrasca notturna. Villano sorride e chiarisce subito: «Sono un ingegnere». Non è un'ostentazione di titoli quella di Villano. È un chiarimento preliminare fondamentale per un paese che si ritrova città da un anno all'altro, con una popolazione attuale di 27400 abitanti, ma scuole e fogne, infrastrutture sono ferme a quando a Orta di Atella ci vivevano a malapena 13mila persone. Un sindaco «tecnico» sembrava la soluzione per lo spinoso Puc approvato da Brancaccio senza i pareri degli enti preposti, per le concessioni edilizie revocate e quelle congelate che tengono sulle spine, da tre anni, cinquemila famiglie, quelle che, secondo la Dda, hanno investito i propri soldi nel piano casa di Brancaccio che, sempre secondo l'Antimafia, strinse un patto con Casalesi e clan Mallardo per dare il via alla cementificazione selvaggia che ha portato alla realizzazione di cinque quartieri in parte totalmente abusivi.

LEGGI ANCHE Scadono i termini, il boss della Nco torna in libertà dopo due anni

«Non conosciamo i motivi dello scioglimento, ma abbiamo la coscienza pulita e ricorreremo in tutte le sedi» dice Villano mentre attraversa i malandati corridoi del Municipio seguito da un nugolo di giovani amministratori da ieri mandati a casa dal Consiglio dei Ministri. «Mi spiace per loro riflette . Io sono abituato alle batoste, ma loro ci credevano». Credevano di poter amministrare cinque anni, di avere il tempo di revisionare quel Puc del veleno. «E ce l'avevamo quasi fatta. Pochi giorni fa l'università Vanvitelli da noi consultata per i pareri tecnici ci ha comunicato che il Puc a loro parere è illegittimo e che bisogna redigerne uno che preveda la realizzazione di infrastrutture adeguate ai nuclei abitativi ormai esistenti».

LEGGI ANCHE Napoli, lavori a via Marina, la dura accusa del gip: «C'era un patto tra clan e imprese»

Lo scioglimento infrange i sogni migliaia di cittadini che hanno riposto, per ben tre volte, anche dopo l'arresto, la propria fiducia in Brancaccio che quel Puc, sostengono i magistrati, lo fece approvare per mettere un'enorme pezza su quei quartieri «fuori legge». «Credo nelle istituzioni, ma la penso diversamente» valuta Villano. «A ogni modo ci ritroviamo camorristi senza saperlo. Ormai c'è una specie di mafiosità contagiosa. Va detto che i dirigenti coinvolti nell'inchiesta Brancaccio sono stati al lavoro in Municipio fino a poco tempo fa» come a dire potrebbe esserci anche questo tra le motivazioni dello scioglimento. Ma lo stesso sindaco è stato consigliere della maggioranza Mozzillo, quella eletta dopo Brancaccio e considerata sua diretta espressione politica. Anche con Mozzillo arrivò la commissione d'accesso, ma relazionò negativamente: non c'era traccia di infiltrazioni. Diverse le valutazioni degli ultimi mesi tali da mandare a casa il sindaco eletto al ballottaggio del 2018.

Il ragionamento dei commissari sarà chiaro a breve, per ora si sa che di avvisi di garanzia e coinvolgimenti di Villano in inchieste della Dda non ce ne sono. È indagato, questo sì, per le carenze del palazzetto dello sport inagibile che teneva aperto. È coinvolto, poi, nell'inchiesta per voto di scambio e sul presunto traffico di mozzarelle in cambio di preferenze. E poi ci sono le gare per due milioni e 700mila euro di recente affidate per rimettere a posto le scuole, quelle che quasi scoppiano con una media di venticinque alunni a classe. Un record rispetto ad altre realtà dopo i bambini son talmente pochi da aver costretto il Provveditorato a varare accorpamenti a raffica. Non qui dove il boom demografico ha spinto centinaia di commercianti ad apri baracca. Mercerie, fiorai, boutique, salumerie: tutti insieme, traboccano sui marciapiedi sin dall'uscita della superstrada. A Orta di Atella tutto è troppo. Ma le regole, evidentemente, non sono sufficienti a tener lontana l'onta del commissariamento per mafia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA