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La cabina di regia della maxifrode era collocata nell’Agro aversano, ma nell’elenco degli indagati - ai quali è contestato, tra gli altri, il reato di associazione per delinquere finalizzata alla truffa, al riciclaggio e all’esercizio abusivo di attività assicurativa - compaiono anche persone residenti a Castel Volturno e Cancello e Arnone oltre che a Villa Literno. I carabinieri - coordinati dal sostituto procuratore Alessandro Di Vico - hanno sequestrato beni per trenta milioni di euro tra rapporti finanziari, immobili, attività commerciali e auto di lusso.
A capo dell’organizzazione, secondo la Procura, c’erano Dionigi e Catena e Federico Catena, casertani di Villa Literno. Si servivano dei prestanome Antonio Di Dona e Salvatore Piccerillo.
Le polizze poi risultate false venivano pubblicizzati attraverso numerosi siti internet che ne sponsorizzavano i prezzi vantaggiosi. Oltre sessanta i portali web individuati dai carabinieri e ritenuti tra quelli usati per mettere a segno le truffe.