Chiodi nelle polpette per uccidere
i cani, gli animalisti: «Strage di sadici»

Chiodi nelle polpette per uccidere i cani, gli animalisti: «Strage di sadici»
di Nadia Verdile
Venerdì 15 Gennaio 2021, 08:13 - Ultimo agg. 13:00
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«Violenza aggravata da sadismo». Questa, in sintesi, l’analisi di Alessandra Pratticò, garante dei diritti degli animali della città di Caserta, presidente dell’associazione “Nati Liberi”, sul ritrovamento di polpette condite di chiodi l’altra sera in via Ruggiero Bonghi, a Tuoro. «Un condomino del nostro parco – racconta Angela Dessì che ha denunciato l’accaduto – l’altra sera è uscito con il suo cane per la passeggiata rituale e solo perché è stato molto attento è riuscito ad evitare la tragedia; il suo Golden retriever si era precipitato sull’invitante piatto che conteneva pasta e polpette. Averlo dovuto fortemente trattenere gli ha permesso di avvicinarsi molto al piatto e scoprire che le polpette erano piene di chiodi». 

In quel piatto, oltre a tanta malvagità, c’erano almeno tre reati: adulterazione o contraffazione di sostanze alimentari, tentato maltrattamento di animali e getto pericoloso di cose. «Quel cibo – continua Dessì – è stato immediatamente rimosso ma si è trattato di una disgrazia sfiorata.

In questa zona non ci sono cani randagi però ci sono due colonie feline dichiarate. Il veterinario ci ha spiegato che i gatti non avrebbero mangiato quei chiodi perché loro il cibo lo leccano ma se fosse passato un cane sarebbe morto, senza dubbio, tra mille atroci sofferenze.

E di cani con tanto di padrone ce ne sono. Cani educati e buonissimi che la sera escono da soli per la loro passeggiata e poi rientrano. Solo per un caso non si è verificato il peggio».

Un misto di ignoranza, cattiveria e stupidità il motore di questo gesto scellerato. «Solo una persona malata, maniaca e perversa – spiega Pratticò - può compiere questi gesti. Solo una persona psicotica priva di empatia riesce a progettare a sangue freddo la morte, tra atroci sofferenze, di una creatura vivente. Purtroppo non è la prima volta e non sarà l’ultima». 

Il cane quando mangia un boccone, lo può fare in due modi: masticandolo o ingoiandolo. Nel primo caso i chiodi si piantano nelle guance o nelle gengive o nella lingua, per cui il cane, preso da un dolore acuto, immediatamente si blocca, smette di masticare e cerca di sputare il boccone senza deglutirlo. Ovviamente, sanguinerà ma questo consentirà al padrone di accorgersene e potrà portare l’animale dal veterinario al più presto. Nel secondo caso il padrone difficilmente se ne accorge subito. Nella discesa verso lo stomaco, i chiodi possono produrre tagli profondi nell’esofago o conficcarsi nella parete intestinale ed anche trapassarla. 

«Le conseguenze – conclude Pratticò - sono quasi sempre senza scampo per il povero cane, tra emorragia e peritonite acuta se il cane non muore prima per la perdita di sangue, non avrà scampo dopo». A Tuoro i chiodi, a Vaccheria i raid, e poi il veleno per topi, gli ami, i pezzi di vetro. Una infamia che si ripete. 

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