S. MARIA C. V. - Sono oltre cento le persone rinviate a giudizio (tranne un solo prosciolto) a conclusione della lunghissima udienza preliminare sulle violenze nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, dopo le rivolte dell'aprile 2020.
Dopo sette mesi, il gup del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Pasquale D’Angelo, ha rinviato a giudizio 104 tra agenti, funzionari della polizia penitenziaria e dirigenti del Dap della Campania sugli iniziali 120 incriminati. Il 25 ottobre prossimo, invece, è fissata l’udienza con il rito abbreviato per i tre agenti che avevano chiesto il rito alternativo. La maxi udienza preliminare, per ragioni di spazio, si è celebrata, ironia della sorte, proprio in una delle aule bunker del penitenziario sammaritano dove in passato ci sono stati diversi processi a carico di clan camorristici.
La Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere alcuni mesi fa aveva dato avviso per «pubblici proclami» alla diffusione dei nomi di tutte le parti offese (ben 177) che potevano costituirsi parte civile nel maxi processo. Ministero di Giustizia e Asl di Caserta, peraltro, compariranno nella doppia veste di parti civili e responsabili civili.
Il processo si aprirà il 7 novembre prossimo anche per l’ex comandante della Polizia Penitenziaria del carcere Gaetano Manganelli, l'ex provveditore Antonio Fullone due medici; Pasquale Colucci, comandante del gruppo di «Supporto agli interventi»; Tiziana Perillo, comandante del Nucleo Operativo Traduzioni e Piantonamenti di Avellino; Nunzia Di Donato, comandante del nucleo operativo «Traduzioni e piantonamenti» di Santa Maria Capua Vetere, e Anna Rita Costanzo, commissario capo responsabile del reparto Nilo e altri.