Carcere Santa Maria Capua Vetere:
«Oggi giorno tensioni e disordini»

Carcere Santa Maria Capua Vetere: «Oggi giorno tensioni e disordini»
Giovedì 10 Febbraio 2022, 15:20
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«Giungono notizie di gravi tensioni e disordini, presso la Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere, già tristemente nota alle cronache per i fatti dell’aprile 2020 e teatro, anche, di quella che a oggi è risultata la passerella per la Ministra Cartabia e il Presidente Draghi, alle cui dichiarazioni non è stata data alcuna consequenzialità. Da ciò che si apprende, stamattina due detenuti avrebbero aggredito alcuni appartenenti al c::orpo di polizia penitenziaria e si sarebbero barricati nella cella. La polizia penitenziaria sarebbe dovuta intervenire in assetto antisommossa per ristabilire l’ordine, mentre due operatori aggrediti sarebbero alle cure del locale ospedale civile».

Lo riferisce Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria, il quale prosegue: «le carceri sono allo sbando totale, come difficilmente si ricorda negli ultimi 30 anni.

Ogni giorno tensioni, operatori aggrediti, ormai alla media di un centinaio al mese, suicidi di cui si stenta a tenere il conto: solo stamani, con il detenuto che si è tolto la vita a Monza, ne contavamo dieci nel 2022, salvo apprendere poco dopo che ieri sera una ragazza appena arrestata si è impiccata nel carcere di Messina e dover aggiornare il tragico bollettino a undici. A questi vanno aggiunti due appartenenti alla Polizia penitenziaria che si sono tolti la vita nei primi quaranta giorni dell’anno. Una spirale di morte e violenza che sembra inarrestabile, specie se la politica e il Governo non si destano dal torpore letargico in cui sembrano essere caduti».

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«Ci appelliamo nuovamente – conclude il Segretario della UILPA PP – alla Guardasigilli Cartabia e al Presidente del Consiglio Draghi affinché si affronti l’emergenza con un decreto carceri, anche per rafforzare gli organici della Polizia penitenziaria, mancanti di 18mila unità, e fornire i primissimi strumenti per mettere in sicurezza il sistema penitenziario, nonché, parallelamente, con la messa in campo di riforme complessive capaci di ripensare l’intera esecuzione penale».

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