Carinola, la chiesa restituita ai fedeli dopo il restauro

Prima uscita del nuovo vescovo della diocesi Cirulli, taglio del nastro con la sindaca

La cattedrale di Carinola riaperta al culto dopo il restyling
La cattedrale di Carinola riaperta al culto dopo il restyling
di Lidia Luberto
Mercoledì 22 Marzo 2023, 08:49
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È stata riaperta al culto e all'ammirazione dei visitatori, dopo un accurato e rigoroso restauro, la chiesa ex cattedrale dei Santi Bernardo e Martino in Carinola. A tagliare il nastro, alla sua prima uscita nella diocesi di Sessa Aurunca, è stato il neo vescovo, Giacomo Cirulli, con la sindaca, Giuseppina Di Biasio, le autorità civili e religiose e tutta la comunità carinolese. L'intervento, effettuato con il contributo Cei dell'8x1000 alla Chiesa cattolica italiana, ha richiesto un impegno finanziario di circa 400mila euro.

I lavori, durati poco più di un anno (cominciati nel luglio 2021, sono stati completati a novembre 2022), sono stati realizzati dall'impresa Maturo Costruzioni srl, e diretti dall'architetto Marco Morone.

Responsabile unico del progetto, l'architetto Salvatore Freda (direttore Ufficio diocesano per i Beni culturali ecclesiastici e l'edilizia di culto), coadiuvato da Mario Andolfi (vice direttore Ufficio diocesano Bce).

Edificata per volontà del vescovo Bernardo, che vi trasferì la sede vescovile da Ventaroli, su suolo donato dal conte normanno di Carinola, i lavori si protrassero dal 1087 per un decennio. La cattedrale è di impianto normanno e, nel corso dei secoli, ha subito molti interventi che ne hanno mutato l'aspetto. La struttura originaria era a tre navate, con tre absidi. Dal 1109 al 1118 vi fu un primo ampliamento, dovuto all'afflusso di fedeli che arrivavano per venerare i corpi di San Bernardo e di San Martino che lo stesso vescovo aveva, secondo la tradizione locale, prelevato dal monte Massico e collocato nel duomo. Verso il Duecento fu eseguita la volta a crociera, costruito il portico. Nel XV secolo venne completata la facciata con la creazione di un portico d'ingresso a tre archi. Nello stesso periodo, furono portate all'esterno 14 statuette di terracotta maiolicata, secondo alcuni, di epoca angioina, secondo altri, rinascimentale. Il campanile a cuspide maiolicata fu eretto agli inizi del 1700.

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Altri lavori furono eseguiti all'interno della chiesa nel XVIII secolo in occasione della visita di papa Benedetto XIII, che lasciò alla comunità un quadro della Madonna delle Nevi, collocato, poi, all'interno di una cappella ricavata nel presbiterio. Una vera e propria gemma nel panorama artistico di Terra di Lavoro, dunque, la chiesa appena restaurata. «In particolare, l'intervento più complesso spiega l'architetto Freda è stato questo relativo alla sostituzione della copertura della navata principale e del transetto, con nuova struttura in legno lamellare, che ha sostituito quella in cemento armato.

I restauri, autorizzati dalla Soprintendenza ai beni artistici, dal Genio civile e dal Comune di Carinola, hanno avuto la finalità di ridare alle opere una configurazione stabile, eliminando tutte le condizioni di degrado che ne avevano alterato l'aspetto estetico e pregiudicato la conservazione futura dei materiali. È stata, poi, restaurata anche la facciata della chiesa, e quelle del palazzo vescovile e della torre campanaria».
Lavori indispensabili in quanto lo stato di conservazione della facciata risultava estremamente critico: infiltrazioni causate dal cattivo stato della impermeabilizzazione della copertura e delle opere di smaltimento delle acque meteoriche avevano, negli anni, alterato le caratteristiche chimico-fisiche dell'intonaco e provocato distacchi localizzati nonché il proliferare di muschi e licheni. Anche il campanile si presentava in pessime condizioni che avevano costretto i responsabili ad incapsulare gli elementi decorativi maiolicati in antiestetiche reti di materiale sintetico per preservare la pubblica incolumità. Da qui la revisione completa delle maioliche che rivestono la cuspide della torre campanaria.
 

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