Villa di Briano: finanziamenti per cattivi pagatori: scoperta centrale del falso

Carte d'identia e codici fiscali contraffatti

Il materiale sequestrato
Il materiale sequestrato
Marilu Mustodi Marilù Musto
Domenica 26 Marzo 2023, 09:42 - Ultimo agg. 16:08
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L'ipotesi è che abbia venduto, nel corso degli anni, carte d'identità e codici fiscali a persone che chiedevano finanziamenti, ma che non potevano permetterselo a causa di precedenti penali. Così, ieri, Giuseppe Puoti, 43 anni di Villa Di Briano, è stato arrestato per detenzione di carte d'identità false.
La sua casa era una sorta di centrale del falso scoperta dai carabinieri della stazione di Trentola Ducenta dopo un semplice controllo in strada, uno dei tanti attuati nel terzo comune più popoloso dell'agro aversano. Stando alla ricostruzione, i militari dell'Arma, dopo aver identificato, durante il controllo alla circolazione stradale, il 43enne di Villa di Briano, hanno trovato dei documenti di identità falsi nel veicolo. Insospettiti, si sono recati nell'abitazione dell'uomo e hanno eseguito una perquisizione domiciliare: qui sono state sequestrate numerose carte di identità elettroniche e tessere sanitarie contraffatte.

I documenti sono risultati essere stati utilizzati per stipulare contratti di finanziamento per l'acquisto di elettrodomestici e materiale informatico in numerosi esercizi commerciali dell'agro aversano. L'arresto è stato inevitabile. L'uomo è stato accompagnato nella casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere, a disposizione dell'autorità giudiziaria. Il traffico di documenti falsi è fiorente nel casertano. Solo dieci giorni fa, una indagine della procura di Santa Maria Capua Vetere aveva fatto emergere una storia assurda costruita su certificati falsi.
Grazie a un'impresa agricola «fantasma» che rilasciava assunzioni fasulle, decine di immigrati transitati per la provincia di Caserta avrebbero ottenuto falsi permessi di soggiorno e protezione internazionale sulla base di documentazione taroccata ad arte.

La Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, infatti, sulla base di indagini della Polizia di Stato avrebbe indagato 6 persone: tra queste, una procacciatrice di «clienti» originaria del napoletano; una praticante avvocato di San Nicola La Strada che insieme ad un imprenditore agricolo, la moglie, il loro figlio ed un tipografo di Casapulla, sarebbero riusciti a proporre dei veri e propri «pacchetti» da 2500 euro ai migranti che avevano bisogno di permessi di soggiorno favorendo così la permanenza illegale di extracomunitari sul territorio nazionale.

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