Famiglia con minori nella casa abusiva,
la Procura rinvia la demolizione a Casale

Famiglia con minori nella casa abusiva, la Procura rinvia la demolizione a Casale
Lunedì 12 Aprile 2021, 11:40 - Ultimo agg. 14 Aprile, 12:52
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Altri quarantacinque giorni di tempo sono stati concessi dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere al Comune di Casal di Principe perché trovi una sistemazione alla due famiglie residenti in uno stabile dichiarato abusivo con sentenza definitiva e per il quale l'ufficio giudiziario ha emesso ordine esecutivo di abbattimento.

Le ruspe dovevano già entrare in azione il 29 marzo scorso, ma su sollecitazione del sindaco Renato Natale, il Procuratore Maria Antonietta Troncone aveva rinviato di due settimane - oggi la scadenza - affinché fosse trovato un alloggio alternativo ai due nuclei familiari non abbienti e con quattro minori, e per i quali l'immobile da abbattere è la prima e unica casa.

In questo lasso di tempo, come era prevedibile, non è stata reperita alcuna sistemazione, e così la Procura ha concesso un'ulteriore proroga, l'ultima, di un mese e mezzo.

«Ringrazio la Procura per l'attenzione e la sensibilità dimostrate in una vicenda dai delicati risvolti umani, ma in questa fase di pandemia non è facile trovare posto per due famiglie» aggiunge Natale, che venerdì scorso nel Consiglio comunale convocato ad hoc sulla vicenda abbattimenti, ha ricevuto il sostegno unanime di maggioranza e opposizione per una «battaglia» che sta portando avanti da tempo, e che non è contro le demolizioni in generale, ma contro quelle concernenti case abusive che però rappresentano l'unica sistemazione per famiglie non agiate. Peraltro Natale ha ricevuto anche minacce via social sulla questione degli abbattimenti.

Nei giorni scorsi il primo cittadino di Casal di Principe si era fatto portavoce della richiesta, indirizzata al Governo, di sospendere gli abbattimenti in questo periodo di pandemia, per «non aggiungere sofferenza a sofferenza». «In più occasioni - spiega Natale - ho fatto presente alle Autorità competenti tutte le enormi difficoltà che esistevano per dare alloggio idonea ai due nuclei familiari in tempi così brevi, sottolineando anche il rischio di esporre le due famiglie, ed in particolare i 4 bambini, ad una più grave fragilità sociale. Abbiamo attivato la rete del privato sociale e con esso la Diocesi, le Caritas, le Parrocchie, ed altre Organizzazioni del privato sociale; è stata anche sollecitata l'Agenzia dei Beni Confiscati ad accelerare i tempi di consegna di bue beni confiscati alla camorra che, a nostro avviso, potevano essere usati come social housing».

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