Casalesi, abbattuto il bunker del boss Zagaria a Casapesenna: sì al parco della legalità

E il ministro dell'Interno Piantedosi ribadisce «maggiore impulso all'Agenzia nazionale per i beni confiscati»

Il ministro Matteo Piantedosi con il sindaco Marcello De Rosa
Il ministro Matteo Piantedosi con il sindaco Marcello De Rosa
Marilu Mustodi Marilù Musto
Venerdì 17 Febbraio 2023, 07:00 - Ultimo agg. 16 Marzo, 18:57
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Pochi cittadini, ma molti curiosi con i cellulari affacciati ai balconi assistono all'abbattimento della villa-bunker dove fu catturato il boss della camorra Michele Zagaria. Ore 11, la stradina più famosa dell'agro aversano si riempie di sindaci, poliziotti, carabinieri e funzionari della Prefettura. Eppure, a Casapesenna nessuno sa il perché. «Via Mascagni dov'è?», chiede un cronista che si avvicina all'ex covo del boss. «Non ne ho idea, ma lì c'è un po' di movimento», risponde un avventore al bar in via Petrillo. Alle 11 e 30, quando il gancio del bulldozer fa crollare il muro della casa, scatta l'applauso, ma è della folla di sindaci e deputati arrivati nella  via cieca di Casapesenna per vedere il crollo del simbolo del potere del clan dei Casalesi.

A battere le mani, però, c'è anche Augusto Di Meo, il testimone oculare dell'omicidio di don Giuseppe Diana, parroco ucciso dai Casalesi: «Non potevo perdermi lo spettacolo». Nel pomeriggio, la premier Giorgia Meloni parla di un intervento «estremamente importante e simbolico». «L'abbattimento di quello che fu l'ultimo nascondiglio del superboss Michele Zagaria, a Casapesenna - continua - cancella il luogo attraverso il quale il capo dei Casalesi dominava quella terra. È una bella giornata per lo Stato e per chi ama e difende la legalità». A celebrarla, le istituzioni al completo, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi per primo: «L'abbattimento ha un valore pedagogico», spiega il capo del Viminale che ha ribadito il «maggiore impulso all'Agenzia nazionale per i beni confiscati». 

 

Ma a ricordare che questa è una terra di frontiera, dove la normalità è un sogno, sono 38 sindaci e un procuratore generale: tutti chiedono più risorse. «La lotta alla criminalità organizzata è uno dei capisaldi dell'azione di questo Governo e continueremo a lavorare h24 in questa direzione», assicura Meloni. «Lo stesso abbattimento del covo conferma - dice - la presenza dello Stato in un territorio complesso merita la massima attenzione delle istituzioni».

A Casapesenna le rappresenta Piantedosi, a un passo dal muro del bunker ridotto a calcinacci. Tocca a lui, da campano, rispondere al «grido di dolore», come lo definisce, dei sindaci del territorio e del procuratore generale di Napoli Luigi Riello, che parlano di un circondario che costituisce «la zona più criminosa d'Italia» con carenza di risorse e personale del palazzo di Giustizia di Napoli nord, l'ultimo nato.

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«I clan sono ancora forti», ricorda l'ex pm del processo Spartacus, Federico Cafiero de Raho in via Mascagni, oggi parlamentare del M5s. Qui, il 7 dicembre del 2011 impose a Zagaria di arrendersi. I sindaci di Aversa, Alfonso Golia, e di Giugliano in Campania, Nicola Pirozzi, consegnano al ministro il documento firmato dai 38 primi cittadini del circondario per rimarcare la situazione di un tribunale dove i processi penali vengono fissati, per le carenze di magistrati e cancellieri, al 2026. «Porterò al Governo le vostre istanze sul tribunale e tornerò a Caserta, a Casal di Principe e a Castel Volturno», risponde Piantedosi. Il capo della polizia Lamberto Giannini assicura che «presto sarà ultimato il commissariato di Casal di Principe», atteso da anni. Ancora troppo scarsa la partecipazione dei cittadini agli eventi di «liberazione». Di contro, quando saranno smaltiti i calcinacci, sorgerà un parco con un ulivo al centro, voluto dal sindaco di Casapesenna, Marcello De Rosa: «Il Comune investirà 60mila euro di risorse per realizzarlo», spiega. La demolizione ad opera dei vigili è costata, invece, 106mila euro ed è finanziata dalla Regione. «In queste zone ci vuole uno scatto culturale e di maggior fiducia verso lo Stato», dice il prefetto Giuseppe Castaldo, artefice della sinergia fra istituzioni, mentre il governatore Vincenzo De Luca sottolinea «la necessità di investimenti di sviluppo e lavoro, perché la criminalità organizzata blocca in qualche misura gli investimenti». Le operazioni di demolizione, spiega il comandante dei vigili del fuoco di Caserta Paolo Massimi, «dureranno circa due settimane». Il bunker sarà tombato. E il fantasma di Zagaria sparirà. 

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