I boss del clan dei Casalesi Michele Zagaria, Vincenzo Schiavone alias «petillo» e l'ex esponente di vertice Antonio Iovine, oggi collaboratore di giustizia, affronteranno il rito abbreviato davanti al Gup di Napoli Giovanni De Angelis, per l'omicidio di Michele Della Gatta, elemento della cosca ucciso in un lido di Castel Volturno nel 1999.
Un delitto di cui non erano mai stati scoperto mandanti ed esecutori, tanto che la relativa indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli si chiuse con un'archiviazione.
Questo, a grandi linee, è il movente così come ricostruito dalla Dda, che poche settimane dopo il delitto chiesero la carcerazione preventiva di Della Gatta, ma la misura non è mai stata eseguita per l'omicidio dell'uomo. Va detto però che sul movente le dichiarazioni dei collaboratori divergono, anche in modo sostanziale. Iovine ha raccontato di aver deciso con Zagaria l'eliminazione di Della Gatta perché era «un ragazzo irruento, poco rispettoso, rissoso e non idoneo alla vita criminale, per cui già destinato a morire». Iovine parla di alcune rapine commesse da Della Gatta, ai danni anche di affiliati dei Mallardo, clan di Giugliano da sempre alleato dei Casalesi. Un altro pentito, Roberto Vargas, racconta che Della Gatta fu ucciso per non far ricadere la responsabilità del delitto Amato sui figli di Sandokan, in particolare su Walter e Nicola. Per Nicola Schiavone invece il delitto fu ordinato da Iovine perché Della Gatta era venuto alle mani con persone che curavano la latitanza di «o ninno». Il processo in abbreviato si terrà a febbraio 2022; pubblico ministero è il sostituto della Dda Simona Belluccio, mentre nel collegio difensivo compaiono Emilio Martino e Guido Lombardo (difensori di Schiavone), Paolo Di Furia (legale di Zagaria) e Giuseppe Tessitore (per il pentito Iovine) (ANSA).