«A Casal di Principe - riferisce Nicola Schiavone - accadeva che alcune persone si proponevano di andare ad amministrare il Comune come sindaco; queste persone si rivolgevano a noi del clan e a me in particolare per il tramite delle persone di mia fiducia, per avere l'assenso alla loro candidatura.
Io raccoglievo queste proposte e poi decidevo in base ad una sorta di valutazione delle personalità, tra cui la serietà nei nostri confronti e il profilo psicologico. Quindi davo il nulla osta. Nel caso di Casapesenna il sistema era esattamente lo stesso». Sulla figura di Zara Schiavone jr è esplicito. «Al contrario di Fortunato Zagaria - riferisce il neo-collaboratore - Giovanni Zara che è stato sindaco per un breve periodo a Casapesenna, non era un sindaco a nostra disposizione, tanto che Michele Zagaria intervenne per farlo cadere dalla carica, mi pare facendo dimettere i consiglieri che lo sostenevano». Schiavone jr racconta anche di un appalto da 500mila euro vinto «per errore» da un'azienda di suo cugino al Comune di Casapesenna, allora amministrato da Fortunato Zagaria, cosa che fece infuriare il boss Zagaria, che aveva manomesso la gara per farla vincere ad un'impresa a lui riconducibile. «Michele Zagaria - dice Schiavone - intervenne facendo annullare la gara che fu poi assegnata all'azienda di sua fiducia».