Dal Codice da Vinci al boss Zagaria
i segreti dei Casalesi nel cryptex

Dal Codice da Vinci al boss Zagaria i segreti dei Casalesi nel cryptex
di Marilù Musto
Domenica 11 Giugno 2017, 00:00 - Ultimo agg. 18:45
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Nome in codice: cryptex. In pratica: una cassetta di sicurezza lunga nove centimetri con 21 lettere stampate e girevoli che possono essere combinate per creare un codice segreto che ne consente l’apertura. Lo strumento, il cryptex (neologismo che fonde cryptology e codex) era venuto fuori dalla fantasia dello scrittore Dan Brown nel Codice Da Vinci nel 2003, ma era servito a Michele Zagaria a Casapesenna per nascondere i suoi segreti. Un modo per unire fantasia e realtà in un miscuglio diabolico che faceva gola al capo del clan dei Casalesi. Questo, almeno, è il nuovo fronte investigativo della Dda di Napoli sulle tracce della celebre «lista» di nomi sparita dal covo del boss.

Nel suo nascondiglio di via Mascagni, per 17 lunghi anni, Zagaria era rimasto lì a pensare come beffare tutti facendo sparire i suoi segreti, il suo «papello», una sorta di testamento, in caso del suo arresto. Il modo era semplice: un cryptex qualunque si poteva comprare su Amazon al prezzo di 58 euro. Cosa che i suoi scagnozzi fecero tra il 2007 e il 2008, quando il «capo dei capi» del clan dei Casalesi, ancora libero, ordina ai suoi l’acquisto. La perizia dei Ris sull'oggetto in questione è stata depositata dal pm Maurizio Giordano nell'udienza del processo Medea. In realtà, il cryptex era stato elencato con un nome fuorviante e solo nel 2015 gli inquirenti si accorgono che può essere interessante.

Il cryptex può contenere documenti cartacei che possono essere distrutti grazie al rilascio di un acido per volontà del suo possessore. Il boss Michele Zagaria ne era ossessionato. E dentro, sospettano gli inquirenti, è possibile che sia stata custodita la celebre «lista» di imprenditori, politici e uomini dei servizi deviati a lui fedeli, mai ritrovata nel covo del boss, ma che i pentiti indicano più volte durante gli interrogatori. Da Generoso Restina (che per primo parla del cryptex) a Massimiliano Caterino, le versioni sulla presenza della «lista» sono combaciate più volte. Caterino, in particolare, parla di un «foro nella parete del covo» coperto da cemento che solo Zagaria conosceva. E se l’ipotesi che nella penna Usb a forma di cuore sparita dal bunker di via Mascagni a Casapesenna della famiglia Inquieto il giorno dell’arresto del boss viene cestinata, ecco si fa strada l’ipotesi che quella «lista» sia stata contenuta nel cryptex.

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