Caserta, 10 arresti oggi: sgominato il gruppo di Mario De Luca

Le vittime minacciate di morte: i macchinari di un imprenditore distrutti con una mazza di baseball

L'operazione dei carabinieri a Casal di Principe
L'operazione dei carabinieri a Casal di Principe
di Biagio Salvati
Martedì 23 Maggio 2023, 10:00 - Ultimo agg. 17:17
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Estorsione aggravata dal metodo camorristico. È questa l’accusa che ha fatto scattare questa mattina dieci arresti (cinque in carcere e cinque agli arresti domiciliari) eseguiti dalla sezione operativa della compagnia dei carabinieri di Casal di Principe, nell’ambito di un’inchiesta avviata nel 2017 (per fatti precedenti) nei territori di Casal di Principe, Teverola, Frignano, San Cipriano d’Aversa, Marcianise e Castel Volturno.

Tra i principali indiziati finiti in carcere, Mario De Luca, accusato con i suoi sodali, di avere avviato «un sistema integrato di controllo delle attività commerciali agendo sia direttamente nei confronti dei commercianti che indirettamente tramite l’acquisizione di una tangente sul recupero crediti di somme dovute».

Nell’ordinanza del gip del tribunale di Napoli, che ha firmato l’ordinanza cautelare su richiesta della Procura antimafia partenopea, emerge anche un episodio in cui alcuni indagati avrebbero distrutto alcuni macchinari di un’attività commerciale minacciando di morte il titolare per recuperare un credito.

Altre vittime in difficoltà economica, invece, avrebbero dovuto tramutare il compenso in ceste di generi alimentari e beni di consumo, tangenti richieste per soddisfare esigenze di soggetti carcerati o di altri sodali.

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Il gruppo di De Luca, in passato vicino al clan dei Casalesi, secondo l’accusa, non lesinava le attività criminali come il cosiddetto «cavallo di ritorno», riguardante la restituzione dietro compenso estorsivo, di auto o mezzi rubati. Per l’accusa, il gruppo che ha agito, in un contesto di «momentaneo vuoto di potere in seno alla camorra casalese, onorando le regole e le logiche caratterizzanti del clan». Sequestrati poco più di 16 mila euro durante le perquisizioni a carico dei dieci indagati. 

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