Chi l'ha detto che Caserta è povera di verde? Basta girare per le strade cittadine per rendersi conto che di vegetazione ce n'è eccome.
Peccato, però, che si tratti prevalentemente di erba incolta, cresciuta a filo dei marciapiedi (come ad esempio in via Borsellino), oppure, in molte zone della città, ai margini del manto stradale, o tra le mattonelle della pavimentazione, o anche al limite di aree di sosta o piccole piazzole.
Per non parlare delle numerose rotatorie disseminate un po' dappertutto nel perimetro immediatamente fuori del centro storico. La loro funzione, come si sa, dovrebbe essere quella di «moderare e snellire il traffico», invece a Caserta sono diventate un pericolo per la pubblica incolumità. Da quella di viale Medaglie d'oro, al lungo spartitraffico che porta dalla stessa piazza a via dei Bersaglieri, a quella che si trova all'intersezione fra via dei Bersaglieri e via Borsellino, all'altra posizionata pochi metri più avanti a ridosso del centro commerciale Iperion, e, ancora un po' più in là, ancora una fra via Borsellino e vicolo Mascagni: sono tutte un rigoglio di sterpaglia secca, erba alta, talmente alta da rendere difficoltosa la visione per chi si trova a transitarvi intorno. L'unica rotatoria che ha una sua dignità estetica (erba appena tagliata) è quella, situata lungo la «via dei supermercati», come si potrebbe ribattezzare via Borsellino, ormai, urbanisticamente caratterizzata solo dalla sua funzione commerciale, con i supermercati (ve ne sono tre in successione) che vi insistono. La rotatoria si trova proprio di fronte alle vie di accesso ai due centri commerciali alimentari Lidl e Md. Una condizione buona e, pertanto, «inusuale» per questa piazzola, visti gli standard casertani. Chissà che non sia stata «adottata» da uno dei due negozi ai quali porta la strada che vi gira intorno.
In fondo, sarebbe una auspicabile soluzione: un modo indolore, per le casse comunali, di sanare queste antiestetiche situazioni. E questa potrebbe essere, addirittura, una pratica da incentivare o da promuovere in tutta la città. Gli esercizi commerciali, le pizzerie, i ristoranti che si trovano a ridosso di quelli che ora sono tristi e deprimenti aree di verde diventato spontaneo e incolto, potrebbero, forse, chissà, adoperarsi per restituire almeno un sufficiente decoro a spazi che sono sotto gli occhi dei loro stessi clienti. I giardini, le aiuole, le piazzole si «adottano» in tutte le città d'Italia.
E anche a Caserta, cose del genere sono state tentate, ma, come spesso accade a queste latitudini, l'operazione dura, al massimo, una stagione. Giusto il tempo per mostrarsi, per recuperare po' di visibilità, per un applauso e poi tutto torna com'era, incolto, abbandonato, degradato. In alcune delle rotatorie un tempo «adottate», campeggiano ancora cartelli con i nomi delle aziende, degli esercizi commerciali, delle imprese che le avevano prese in carico. Insegne rovinate, divelte, abbattute in parte e diventate, quindi, il segno tangibile della demotivazione. Tanta fatica per nulla, avranno pensato i protagonisti dei ripetuti tentativi di cura, perché poi tutto torna com'era: l'erba cresce, la sterpaglia diventa rigogliosa e tutt'intorno il degrado non arretra. Nonostante i reiterati appelli e le molte segnalazioni.
Come confermano i vasi situati sui pali della illuminazione pubblica a piazza Dante: dopo gli avvisi, gli articoli, le foto-denuncia sono ancora lì, mezzi spaccati, mezzi appesi, pieni di terra e di erbacce secche.