Caserta, l'altra mazzata Covid:
meno 800mila visite turistiche

Caserta, l'altra mazzata Covid: meno 800mila visite turistiche
di Domenico Zampelli
Domenica 20 Giugno 2021, 11:48 - Ultimo agg. 22 Giugno, 19:37
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Caserta, la mazzata Covid sulle presenze turistiche in provincia conta 800mila presenze in meno nel solo 2020. Con tutte le ovvie conseguenze sull'economia locale. Lo rivela uno studio condotto dal Sole 24Ore sulla base dei dati forniti dall'Istat. Nel 2019 le strutture ricettive nella nostra provincia avevano accolto un milione e 372mila persone, lo scorso anno il contatore si è fermato a quota 599mila. Tre gradini in meno nella classifica nazionale, dalla posizione 68 alla 71. In percentuale è un -56%, anche oltre la media nazionale che si attestata al -52%, e peraltro è il meno peggio in Campania. Basta guardare Napoli: due posizioni più giù, dal nono all'undicesimo posto, ma con un passaggio dai 14 milioni di presenze del 2019 ai quattro milioni del 2020, il che vuol dire meno 71%. Male anche Salerno, che scende dalla posizione 15 alla 23 passando da sei milioni a due milioni e mezzo di presenze, il che vuol dire -60%. Lontanissimi Irpinia e Sannio: provincia di Avellino stabile al centesimo posto nazionale, con un calo da 273mila a 119mila turisti (-56%), mentre Benevento può vedere il bicchiere mezzo pieno. Da un lato infatti cala da 175mila a 68mila presenze (-61%) ma poiché altrove è andata ancora peggio, sale due gradini in classifica, passando dalla posizione 104 alla 102.

Ma è anche vero che Sannio e Irpinia non puntano principalmente sul turismo, o almeno non tanto quanto Caserta.

Che vede invece interrompersi nel peggiore dei modi un percorso di crescita lenta ma costante. Terra di Lavoro, che secondo i dati dell'Istituto di Statistica nel 2017 accoglieva 996mila turisti, nel 2018 grazie a un incremento di 300mila visitatori aveva superato, e alla grande, la soglia psicologica del milione di presenze, ulteriormente rafforzata poi nel 2019. Bisognerà recuperare il terreno perduto: anche questo deve riempire e caratterizzare l'auspicato ritorno alla normalità. Per ora si può affermare di avere parato il colpo, considerando che la forbice nazionale spazia dal calo del 13% di Macerata all'80% che ha non poco penalizzato Roma e Firenze. Ma tre milioni di euro solo di mancati incassi nei musei della nostra provincia fanno e faranno sentire il loro peso sull'economia locale.

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Il quotidiano di Confindustria sottolinea come la pandemia abbia modificato la geografia dei flussi turistici nelle poche parentesi utili che si sono aperte nel 2020. Ricerca di spazi ampi e aperti più che assembramenti nelle città d'arte. Così si spiega la performance dell'Alto Adige, che con un calo più contenuto (meno 35%) si porta in testa al numero di presenze annue per provincia: quasi 22 milioni i visitatori, staccando così sia Venezia (17 milioni) che la vicina Trento (12 milioni). Cade più o meno in piedi anche Rimini, quarta provincia in assoluto per maggior numero di presenze. Quinta è Roma, che perde il primo posto del 2019: per la capitale nel 2020 un calo da 27 milioni di visitatori. Una posizione insidiata da vicino dalla provincia di Verona, che perde abbastanza (58%) ma non tanto quanto Roma. Seguono in questa speciale classifica le province di Livorno, Milano, Brescia e Grosseto. Ha retto bene anche il turismo religioso: emblematico il caso di Foggia, provincia aperta verso il mare ma che ospita soprattutto i pellegrini diretti a San Giovanni Rotondo: qui i visitatori sono stati tre milioni, con un calo «limitato» al 29% che pone il Gargano sugli stessi livelli della provincia di Firenze. E chiudiamo con le province con i cali più contenuti in percentuale, dovuti chiaramente anche a una attenuata vocazione turistica: nella top five ci sono Macerata (-13%), Campobasso (-20%), L'Aquila (-24%), Belluno (-25%) e Grosseto (-27%). 

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