Traffico di droga nel Casertano:
38 arresti, colpito al clan Massaro

Traffico di droga nel Casertano: 38 arresti, colpito al clan Massaro
Mercoledì 20 Aprile 2022, 09:22
2 Minuti di Lettura

Gestivano il traffico di stupefacenti nei comuni della Valle di Suessola, in provincia di Caserta. I carabinieri del nucleo investigativo di Caserta hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Tribunale di Napoli su richiesta della Dda partenopea, nei confronti di 38 persone ritenute, a vario titolo, gravemente indiziate di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e detenzione ai fini di spaccio. L'ordinanza dispone la custodia cautelare in carcere per 31 indagati, gli arresti domiciliari per 6 e un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Le indagini, svolte da ottobre 2018 a maggio 2020, hanno consentito di far luce sull'operatività del gruppo criminale, attivo prevalentemente nella Valle di Suessola e collegato al clan camorristico Massaro, i cui affiliati gestivano in maniera monopolistica il traffico di droga.

Sono stati individuati il vertice del gruppo e le sue articolazioni periferiche, deputate allo spaccio al dettaglio che avveniva mediante una capillare distribuzione sul territorio di diverse piazze di spaccio, ciascuna affidata a un sodale con l'obbligo di rifornirsi presso i canali di approvvigionamento indicati dal vertice criminale.

Video

È stato inoltre documentato come il gruppo in questione, per affermare la supremazia sull'area di influenza, ma soprattutto quando emergevano criticità per il recupero crediti dai gestori di piazze di spaccio da loro rifornite, non abbia esitato a fare ricorso a minacce armate, violenti pestaggi ed atti incendiari.

Nel corso delle indagini sono stati arrestati 8 spacciatori e sequestrati 200 grammi di hashish, 350 di cocaina, una pistola marca beretta calibro 7,65, nonché segnalate alle competenti Prefetture numerosissimi assuntori di stupefacente. È stata infine appurata l'esistenza di una rete telefonica riservata costituita da cellulari «dedicati», che consentiva le comunicazioni tra alcuni degli indagati e loro familiari detenuti in carcere.

© RIPRODUZIONE RISERVATA