Caserta, raffica di cartelle per tasse
Imu già pagate: accuse alla Pubbliservizi

Caserta, raffica di cartelle per tasse Imu già pagate: accuse alla Pubbliservizi
di Franco Tontoli
Mercoledì 21 Aprile 2021, 08:28
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Raffica di lettere raccomandate da parte della Pubbliservizi per la richiesta del pagamento per conto del Comune di Caserta dell'imposta municipale unica l'Imu per l'anno 2015 o di accertamento in rettifica o d'ufficio, la cui scadenza era fissata al 31 dicembre 2020. La decadenza del termine per la notifica degli avvisi era stata differita di 85 giorni compreso tra l'8 marzo 2020 e il 31 maggio 2020, una moratoria decisa dal governo col decreto «Cura Italia» per l'emergenza Covid 19 con differimento al 26 marzo 2021 del termine quinquennale per la prescrizione.
E il 26 marzo scorso, puntualissime, sono state recapitate le lettere raccomandate che come tutte le corrispondenze con ricevuta di ricezione, soprattutto se provenienti dalla Pubbliservizi casertana o dall'Agenzia delle Entrate, non sono mai portatrici di buone notizie. Alla notizia non buona s'è aggiunto, però, lo sgomento in tantissimi cittadini che l'Imu, o la Tasi notoriamente ritenuta una Imu mascherata per le poche differenze apportate rispetto alla prima nomenclatura e motivazione dell'imposta, l'avevano già pagata o non erano tenuti a pagarla. La fretta della scadenza dei termini, come detto differiti alla fine dello scorso mese di marzo, ha portato a fare di tutt'erba un fascio. È l'espressione appropriata usata da un lettore che anche a nome di conoscenti e di altri cittadini incontrati nei pressi degli uffici della Pubbliservizi ove avrebbero voluto ricevere spiegazioni, s'è ritrovato con la lettera di ingiunzione nel suo caso immotivata. «Una sparatoria a raffica dice come una incursione di F-24 che sanno di sigla di aerei da caccia, non c'è stata selezione con questa evidenza, l'elenco dei contribuenti tenuti all'Imu o Tasi che dir si voglia dispiegato dai tabulati e via alle ingiunzioni. E ne sono derivati inconvenienti, fastidi, in qualche caso anche danni da pagamento ripetuto da parte di chi ha alzato subito le mani e aperto il portafogli davanti al fucile spianato della raccomandata».


«Nel mio caso dice l'interlocutore è stato possibile l'immediato chiarimento da parte del dottore commercialista che mi assiste, anche questo un impegno professionale non previsto che comporta dispendio di tempo ricerca di ricevute dei pagamenti dovuti facilmente rintracciabili, visita all'esattoria e chiusa l'antipatica parentesi.

Ma per chi non fruisce di assistenza fiscale è cominciato l'iter che in questi casi non è mai dei più agevoli». Infatti: ricerca delle ricevute di pagamento, preparazione della documentazione, inoltro del ricorso o con lettera raccomandata o con file agli uffici che di questi tempi sono problematiche.

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«Ci sono casi, però, ancora più incresciosi dice un dottore commercialista cittadini che della documentazione di avvenuto pagamento si sono disfatti alla scadenza dei cinque anni previsti, in questo caso nel dicembre 2020, e va affrontato un altro complicato percorso o presso la banca o l'ufficio postale dove è stato fatto il pagamento col modello F-24. Per non dire di chi, ritenendo l'ultima ingiunzione come riferibile ad altra tassazione, ha provveduto a pagare somme che con procedura complicata ne potrà essere richiesto il rimborso». Al professionista chiediamo quante persone gli si sono rivolte per assistenza. «Parecchie dice per alcuni già clienti è stato facile, per parecchi è stato avviato il percorso per le ricerche. Tra i casi di facile soluzione, dimenticavo, ci sono anche io».
 

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