"Cimiterino dei cani", ora solo rifiuti e marmi razziati

L'area sequestrata nel 2020 in completo stato di abbandono

L'area di sepoltura per animali in via La Pira
L'area di sepoltura per animali in via La Pira
di Franco Tontoli
Mercoledì 7 Giugno 2023, 07:49
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È noto come il "cimiterino dei cani", un'area di sepoltura per animali da compagnia all'angolo di via La Pira con via Cappuccini - siamo in piazza della Rimembranza di fronte al cimitero comunale - inaugurata nei primi mesi del 2000, sequestrata nel maggio del 2020 e ridotta a una vergognosa discarica. Il "cimiterino" era tenuto come un giardino con tanti tumuli corredati di lapidi; oggi è un'area devastata, l'accostamento agli effetti di una bomba non è azzardato, basta andarci, dare uno sguardo attraverso le sbarre di recinzione, stando bene attenti alle conseguenze da infestazione di insetti, zanzare, zecche.

Davanti all'ingresso, un tappeto di avanzi di cibo per animali, qualcuno alimenta i cani randagi questi, vivi che vi si raccolgono, quindi piatti di plastica, immondizie in cui scialano colonie di topi. All'interno residui di saccheggio di marmi, erano lapidi con le foto delle Lulù e Gemma, dei Bobby e Rambo, anche di coniglietti e pappagallini che i possessori vi avevano sepolto, pagando una modesta retta mensile per custodire i resti di chi in famiglia era stato di compagnia e aveva alimentato allegria e gioia di bambini, adulti, vecchi. Dappertutto vegetazione selvatica che continua a erodere ciò che resta dei tumuli, fosse scoperte, resti di carcasse, una scossa di terremoto non avrebbe fatto altrettanta devastazione, un provvedimento giudiziario c'è riuscito. Quest'area di sepoltura fu inaugurata ai primi del 2000 dalla Euroservice, una società costituita da Luciano Meola, scomparso da un paio d'anni, che era stato musicista: in età anziana la realizzazione di un luogo per l'ultimo riposo di essere viventi non umani, come tali amati dai loro possessori. Fu una novità e un successo, il primo cimitero per animali da compagnia in provincia di Caserta, le tumulazioni negli anni arrivarono a oltre 200, fu allestita anche una parete per un nicchiario a vista. Luciano Meola dichiarava di possedere le necessarie autorizzazioni, qualche intoppo amministrativo lo aveva sanato, altri sopravvenuti erano in attesa di chiarimenti e di istruzioni per ottemperarvi. Per circa venti anni il "cimiterino" ha continuato ad accogliere tumulazioni, le quotidiane visite di quanti non soltanto bambini, ma tanti adulti ancora si commuovevano ricordando scodinzolìi, miagolìi, cinguettìi di esseri viventi che il loro percorso di vita lo avevano completato. Il 17 gennaio, ricorrenza di Sant'Antonio Abate, protettore degli animali domestici, si celebrava una messa, tanta gente, anche rappresentanti della civica amministrazione.
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Tutto normale per oltre venti anni, poi la sorpresa: sequestro giudiziario, sigilli, tutto lasciato senza cura e senza custodia. L'operazione, secondo le comunicazioni ufficiali di novembre 2019 e maggio 2020, era stata ordinata "a seguito di un'attività interforze nell'ambito dei servizi di contrasto per la Terra dei fuochi programmati dalla cabina di regia prefettizia". Per il sequestro della struttura furono impiegati, si legge sempre nel comunicato, "agenti della polizia municipale di Caserta insieme ai militari dell'Esercito italiano, carabinieri, agenti della polizia di Stato, personale dell'Arpac e della Asl", un dispiego di forze dell'ordine pubblico non per ettari di terra usati come discarica di rifiuti tossici ma per un rettangolo di pochi metri quadrati tenuti a giardino con sepolture per la maggior parte a raso e altre al muro di recinzione.

Il tutto per irregolarità amministrative e di natura igienico-sanitaria rilevate dopo un ventennio.

Interpellato, l'assessore Domenico Maietta, con delega anche alla Rigenerazione urbana, dice: «La questione rientra nell'ambito dell'abusivismo, se c'è stato, e del rispetto delle norme ambientali se violate. Prenderò sollecitamente visione dei due fascicoli e interverremo cercando di chiarire i ritardi». Resta inspiegabile il solo provvedimento di sequestro dell'area, nessun affido per la cura e la custodia, gli eredi di Luciano Meola, il fondatore della Euroservice, non hanno continuato l'attività, cancello senza lucchetto, tutto aperto e lasciato alla mercè di ciò che la più assoluta trascuratezza continua a determinare. Un immondezzaio indecoroso, antigienico, vergognoso a due passi dal cimitero della città.

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