Viale Beneduce: otto giorni fa la segnalazione della mancata rimozione, dopo abbondante potatura, degli sfalci, montagnole di rami di eucalipti lasciati a seccare come origano, con pericolo di incendio per eventuali mozziconi di sigaretta lanciati.
I lavori di potatura erano stati fatti nella settimana precedente, significa che a circa due settimane dalla sanificazione del vasto viale alberato, l'aiuola spartitraffico gravata da bella ma pericolosa frondosità l'eucalipto è albero dal tronco robusto ma fragilissimo nei rami le chiome rimosse sono ancora al loro posto. Si rinnova la domanda: era tenuta l'impresa incaricata dei lavori anche allo «sfratto» o la rimozione compete all'impresa tenuta al servizio di rimozione rifiuti in città? Resta l'interrogativo, restano i cumuli di sfalci, con le aiuole di fiori adottate dagli abitanti di viale Beneduce sommerse e rovinate, semisommersa e circondata una delle panchine del prato. Servizi solitamente fatti a metà, giusto per ribadire la validità del detto del «bue scornato», una mancanza o una imperfezione a rovinare un'opera, comunque un lavoro che andava necessariamente fatto.
Il tema della vegetazione arborea cittadina tiene banco da diverse settimane, dai giorni di tramontana e dalla falcidie di alberi che ne derivò, alla necessità invocata di provvedere all'abbattimento di pini pericolanti e a potare gli alberi di corso Trieste, gli ormai notissimi esemplari di «grevillea robusta» che crescono a dismisura in altezza e alla base, con radici che emergono dalla pavimentazione dei marciapiedi. Operazione in parte compiuta, pur tra le inevitabili polemiche di ecologisti e molti ostinati a ignorare le radici emergenti dall'asfalto del raccordo di via dei Bersaglieri per la strada variante e la precarietà del filare di pini in piazza Aldo Moro. Sul corso Trieste, a metà della scorsa settimana, è cominciata una strana operazione di sfoltitura-capitozzatura degli alberi. I lavori hanno avuto inizio, per fermarsi dopo una sola giornata di operazioni, dall'incrocio via Don Bosco-via Colombo; sotto cesoie e seghe elettriche una decina di alberi sui due lati. Poi lavori sospesi. Gli abitanti di appartamenti con finestre e balconi oscurati dalle fronde hanno accolto con soddisfazione la potatura, da mesi lo richiedevano, alcuni erano stati costretti a segare alla buona rami ingombranti, penetranti fin dentro casa.
Soddisfazione a metà. L'atipicità degli interventi, che ci si aspettava cominciassero dall'inizio di corso Trieste e non dalla metà, lascia il sospetto che si tratti di lavori a campione, cosa che sgomenterebbe dal momento che ne va di mezzo l'uniformità dell'altezza delle piante, a tutto ieri un doppio filare disordinato, perfettamente adeguato a tutto lo squallore della principale arteria cittadina, ogni giorno sempre più desertificata di negozi, buio malinconico per la debole illuminazione pubblica non più rinforzata dalle luci delle vetrine che una volta sfavillavano. E restano ancora valide le segnalazioni, derivate da suggerimenti e proteste di residenti, che riguardano le potature da farsi in via Patturelli, dall'angolo di via Ceccano a piazza Matteotti.
Caserta, in corso Trieste
la potatura resta a metà
di Franco Tontoli
Articolo riservato agli
abbonati
Lunedì 25 Marzo 2019, 12:00
3 Minuti di Lettura
© RIPRODUZIONE RISERVATA