Caserta, inviati 11 medici solo 3
rispondono all'Asl ma 2 sono indecisi

Caserta, inviati 11 medici solo 3 rispondono all'Asl ma 2 sono indecisi
di Ornella Mincione
Domenica 22 Novembre 2020, 12:38
4 Minuti di Lettura

«Ieri hanno inviato l'elenco dei medici assegnati dalla Protezione civile alla provincia di Caserta. Di undici segnati, hanno risposto in tre al telefono: due sono indecisi se venire». Le parole del direttore sanitariodell'Asl Pasquale Di Girolamo trasmettono abbastanza chiaramente quella sensazione di sperare in un aiuto che poi di fatto ha deluso le aspettative.
Ma, ciliegina sulla torta, continua il direttore, «i tre che hanno risposto non sono pneumologi o anestesisti. si tratta di uno psichiatra, un'altra figura professionale e un chirurgo emerito, di 80 anni, che ha chiesto di poter essere d'aiuto in questo momento di grande difficoltà». 
Di certo, «non guasterebbe l'esperienza del chirurgo, ma ciò non toglie la carenza delle figure essenziali in questo momento emergenziale», commenta Di Girolamo. L'Asl casertana però non è ferma al palo. Sull'albo pretorio aziendale ogni giorno sono pubblicati avvisi pubblici e bandi per il reclutamento del personale, nonchè la notizia che l'azienda attingerà da graduatorie di altre aziende sanitarie. Fatto sta che è preoccupante che i medici non siano così decisi ad accettare la proposta di lavorare in Terra di Lavoro. Al di là di una scelta personale, «evidentemente sanno a cosa vanno incontro - è il commento di Nicola Cristiani, della Cisl di Caserta, delegato alla Sanità -. Per capire bisogna pensare alle scelte compiute nel passato. Probabilmente stiamo pagando lo scotto di una cattiva gestione, dove c'erano solo tagli e pochi investimenti e scarsa attività di reclutamento. Ad oggi, noi della Cisl attendiamo di poter incontrare la direzione dell'Asl per un confronto con il tavolo tecnico. Ci rendiamo conto che il personale soprattutto degli ospedali Covid, ha bisogno di una formazione per affrontare l'emergenza. Una formazione necessaria anche in epoca di emergenza. Ci troviamo senza personale perché molti hanno preferito andare altrove e altri di andare in pensione. In molte strutture mancano i primari, manca la dirigenza. E il prezzo di tutto questo lo sta pagando l'utenza, i cittadini».

LEGGI ANCHE Auto e moto senza assicurazione, pioggia di sequestri nel Napoletano

«Abbiamo chiesto un tavolo tecnico insieme alla Cisl e alla Cgil proprio sul fronte Covid - dichiara il referente provinciale della Uil Fpl Domenico Vitale -. Probabilmente i medici non accettano di venire in provincia di Caserta perché hanno proposte più attraenti in altre aziende. E poi, cosa non da poco, c'è da dire che la reputazione della rete emergenziale di Caserta è nota in tutta la Campania. Il 118 non è gestito bene. Molti medici che sono venuti nel casertano in questo servizio sono poi scappati via per una serie di motivazione che continuano a presentarsi ancora oggi. Motivazioni che pesano ancora di più in un momento di forte criticità dovuta all'emergenza Covid. in tutta la regione i medici del sistema territoriale di emergenza conoscono le condizioni dei loro colleghi che sono qui.
Nessuno di loro verrebbe ad aiutare un servizio che non è gestito bene.

Gli stessi camici bianchi delle ambulanze lamentano una carenza di rispetto, continui soprusi, mancanza di empatia, di rispetto professionale. Non c'è spirito collaborativo. E' il servizio più importante in questo momento eppure è quello messo peggio».

Video


Dunque, diversi potrebbero essere i motivi per cui un medico che prima ha offerto disponibilità poi, alla chiamata, fa un passo indietro. Sebbene le aspettative dell'offerta di personale da parte della protezione civile andavano ben oltre gli undici nomi indicati e i tre che poi hanno effettivamente risposto (considerando di questi, i due indecisi).

© RIPRODUZIONE RISERVATA