Caserta città abbandonata,
da 20 giorni nessuno rimuove i rami

Caserta città abbandonata, da 20 giorni nessuno rimuove i rami
di Franco Tontoli
Sabato 23 Luglio 2022, 10:00
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La desertificazione da calura rende ancora più deprimente l'aspetto che la città mantiene in tutto il suo squallore, conseguenza di manutenzione inesistente, di guasti non riparati a tempo, se avviato qualche lavoretto di risanamento subito abbandonato, il tutto per la caratterizzante sciatteria di servizi, quando operanti al minimo.

Due settimane fa, era l'alba dell'otto di luglio, un breve ma intenso temporale faceva la solita «sforbiciata» alle alberature del centro urbano, un albero soltanto abbattuto perché fradicio alla base del tronco. Ed è quello che ancora giace alla cuspide di accesso al sottopasso di viale Ellittico, recinzione di nastro biancorosso, la «salma» resta al suo posto.

E sempre in viale Ellittico dall'accesso da viale Dohuet, si contano ammassati e addossati alle mura di recinzione della Scuola Specialisti di Aeronautica, dell'Università, dell' ex Canapificio e fino alla sede degli uffici di smistamento postale, quattro tumuli di rami consistenti strappati dal fortunale, rimossi dalla sede stradale a lasciati a seccare, erano verdi due settimane fa, sono gialli di anticipato autunno, si sbriciolano come origano, sono immondizia vegetale di cui vergognarsi per il decoro oltraggiato alle sedi militare e universitaria e postale, alla città che subito mostra al forestiero la Reggia è a un passo il suo biglietto da visita. 

Si ha voglia a sbandierare iniziative culturali eccellenti, mostre, rassegne cinematografiche e artistiche, il bello è tutto confinato, come al Belvedere di San Leucio dove affluisce pubblico a quel bello interessato; il brutto, l'insieme di cui la città porta vergogna è tutto all'esterno, fino alle soglie dei «tesori monumentali», e sono percorsi che restano nella memoria dei visitatori pronti a fare da opuscoli pubblicitari orali nei racconti che ne faranno.
Un miracolo, in questi giorni di calura equatoriale, che uno di questi cumuli di sfasci vegetali non abbia preso fuoco per mozziconi di sigarette lanciate da auto in transito da parte di sconsiderati che in questi lanci eccellono.

Sfasi vegetali secchi, una serie di cumuli resistono ancora in via De Gasperi: un grosso ramo accanto a una panchina, altri addossati alla cancellata di recinzione degli istituti scolastici «Manzoni» e «Mattei», in pratica per tutta la strada fino all'incrocio con via Settembrini.

In questo tratto di strada urbana ancora nella mattinata di ieri resisteva ciliegina sulla torta un materasso a due piazze, arrotolato e addossato alla parete del numero civico 74, aveva contorno di sacchetti di rifiuti umidi e scatoloni questo reperto nella mattinata di giovedì scorso, gli addetti alla rimozione dei rifiuti normali sono passati, quelli della raccolta di materiali ingombranti no.

Una parete di oscenità grafiche che passa per «arte murale» e il marciapiede intriso di liquidi puteolenti, sono sottostanti di appena un paio di metri a un balcone ornato di gabbiette per uccelli ritenuto insediamento antigienico e antiestetico, meritevole di una ordinanza sindacale per la rimozione che una sentenza del Tar ha ritenuto illegittima, sconfessando ispezioni e verbali ricognitivi della polizia urbana allertata senza validi motivi. 

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La città delle transenne, accoppiata da farne simbolo araldico tanto è caratterizzante in questi tempi di perdurante decadenza. Un buca-voragine in via Roma all'incrocio con le vie Galilei-Daniele, si interviene per i lavori completati parzialmente, dall'inizio della settimana la sola ricopertura di ghiaia nel metro quadrato interessato, ricopertura con asfalto forse in un «secondo lotto».

In via Ruggiero, all'altezza della Scuola Agenti Polizia, altra transenna da giorni, se ne ignora la causa.
L'elenco è lungo e avvilente e non può non essere completato dalla sospensione dei lavori nella vasta area d'angolo tra via Renella e via Unità Italiana, c'è il solo sbancamento, una porzione di edificio diroccato da rimuovere e, infine, la lentezza dei lavori all'edificio di via G.B.Vico che da otto mesi comportano la circolazione soltanto pedonale. 

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