Caserta, disabili agli arresti domiciliari:
pochi scivoli, buche e marciapiedi rotti

Caserta, disabili agli arresti domiciliari: pochi scivoli, buche e marciapiedi rotti
di Nadia Verdile
Giovedì 27 Ottobre 2022, 07:54 - Ultimo agg. 19:18
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Caserta, la città dove chi si muove in carrozzina non può attraversare le strade. Non una, quasi tutte. Segnalata la mancanza di scivoli in alcune zone, abbiamo verificato la situazione in centro e nelle zone periferiche. Tutte uguali, da Vaccheria a San Benedetto, passando per il centro, da nord a sud del capoluogo le strisce pedonali non sono accessibili, perché delimitate da marciapiedi, a chi si sposta sulle ruote.

«A Caserta - spiega Maria Gentile, mamma di Angela da anni sulla carrozzina - fare una passeggiata con Angela è un vero disastro. Le strade dissestate, i marciapiedi tante volte impraticabili, gli scivoli che si possono contare sulle dita delle mani. Manca il rispetto, l'attenzione, la percezione dei bisogni da parte di chi di questo dovrebbe farsene carico. All'impraticabilità si affianca l'insopportabile parcheggio delle auto davanti agli scivoli a cui si sommano i marciapiedi invalicabili, le buche sui percorsi pedonali, la disinformazione, la distrazione e il disinteresse. Non parliamo delle scuole dove anche la realizzazione di una pensilina per coprire la rampa per disabile è spesso un sogno. La risposta di tutti è sempre la stessa: mancanza di fondi. Ma è inaccettabile».
Inaccettabile dice la professoressa Gentile, inaccettabile ma dolorosamente reale. 

«La mancanza di rispetto delle barriere architettoniche - sottolinea Paolo Colombo, garante regionale dei diritti delle persone con disabilità -, dalla segnaletica agli scivoli alle frequenti ostruzioni sulle strade e sui marciapiedi è molto, purtroppo, diffusa.

Questo per i disabili è grave perché significa subire la limitazione della propria libertà, la propria possibilità di autonomia. Una persona con disabilità che non si può muovere liberamente è come se fosse costretta agli arresti domiciliari. La speranza è che i lavori che saranno realizzati grazie ai fondi del Pnrr e l'impegno che il consiglio comunale ha preso recentemente di redigere il piano per la regolamentazione delle barriere architettoniche possano mutare questa situazione. Ad oggi è molto grave e molto diffusa nella città. È necessario che si comprenda che dove vivono bene le persone con disabilità vivono bene tutti gli altri perché questi tipi di lavori non solo sono indispensabili per chi ha mobilità ridotta ma anche per tutta la cittadinanza». 

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Ma la città è distratta e le strisce bianche e rosse si moltiplicano indipendentemente da chi poi le può utilizzare. La giusta dimensione per un percorso pedonale deve essere di almeno 150 cm e il dislivello fra zone prossime non deve superare i 2,5cm. Nei tratti inclinati la pendenza non deve superare il 5%. La pavimentazione deve essere ben livellata, bisogna evitare che le griglie poste lungo il percorso non facciano incastrare le ruote della carrozzina. Indispensabile predisporre un raccordo tra marciapiede e attraversamento. Anche i parcheggi sono poco inclusivi. La larghezza della zona di sosta deve essere tale da consentire l'apertura completa della portiera, l'affiancamento dell'auto con la carrozzina e i trasferimenti automobile-carrozzina e viceversa, quindi la larghezza minima deve essere non inferiore a 3 metri.

E allora, per riprendere una definizione iconica dell'avvocato Colombo, i diversamente abili in città sono costretti agli arresti domiciliari, perché per loro spostarsi è proibitivo, attraversare impossibile, parcheggiare difficile. La città delle mille buche, delle strade dissestate, dei marciapiedi sconnessi e degli scivoli assenti dice no a chi vive in carrozzina. 

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