Caserta: l'ex caserma Sacchi fu restaurata, ora è di nuovo sos degrado

Stanziati 6 milioni di euro per i lavori

L'ex caserma Sacchi a Caserta conosciuta anche come Palazzo dei Vescovi
L'ex caserma Sacchi a Caserta conosciuta anche come Palazzo dei Vescovi
di Nadia Verdile
Lunedì 27 Marzo 2023, 08:40
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Palazzo dei vescovi, conosciuto come ex Caserma Sacchi, è un gioiello comunale restaurato, sottoutilizzato e in parte degradato. Il vescovo Giuseppe Schinosi all'inizio del 700, in quella che era stata la Cavallerizza aragonese, fece restaurare il palazzo, realizzare il giardino con ampio vigneto, il seminario maggiore e una grande e ricchissima biblioteca. Qui, i locali del piano nobile, con volte affrescate, restaurati una quindicina di anni fa, sono oggi in condizioni pietose per evidenti e trascurate infiltrazioni d'acqua che stanno non solo cancellando gli affreschi e ammorbando le pareti della loggia ma anche danneggiando il parquet messo durante la fase di risistemazione.

«Come amministratori - spiega l'assessore alla cultura Enzo Battarra - siamo ben consapevoli della necessità di dover completare il lavoro di restauro e di dover di nuovo intervenire su alcune aree già oggetto di recupero, ma contrassegnate da infiltrazioni legate soprattutto al mancato completamento dei lavori nei decenni passati. Siamo talmente consapevoli dell'esigenza di intervento che nella delibera di giunta adottata lo scorso 17 febbraio sul programma triennale dei lavori pubblici 2023-2025, l'organo esecutivo, presenti il sindaco e tutti gli assessori, ha previsto la voce "Recupero e valorizzazione del Complesso Palazzo dei Vescovi (ex Sacchi)" per la cifra di 6 milioni e mezzo di euro, da effettuare nel 2024, responsabile del procedimento il dirigente Giovanni Natale».


Per il recupero di questo complesso storico-architettonico sono arrivati negli anni circa 22 milioni di euro. I lavori di restauro iniziarono nel 2006, dei primi due lotti se ne occupò lo studio Cga Carafa e Guadagno, mentre il terzo lotto fu recuperato dall'Ofca Officina Cutillo Architetti e Mario Lo Presti. Il complesso è costituito da cinque corpi di fabbrica: il Palazzo dei Vescovi, il Seminario, il Conventino, il Padiglione militare, gli edifici ottocenteschi, il tutto per una superficie di circa 16mila metri quadrati circondati da quasi 8mila metri quadrati di aree esterne.

Il percorso amministrativo per il recupero del bene iniziò 24 anni fa. Nel 1998 ci fu la procedura di alienazione dell'intero complesso. Nel 1999 l'amministrazione inserì nel suo piano programma l'acquisizione e il recupero dello stesso. Nel 2000 la prima trance di finanziamento da Pic Urban II pari a 7milioni e 454mila euro. Tre anni dopo il perfezionamento delle procedure di acquisizione del bene con un ulteriore tranche di finanziamento attraverso Pit città di Caserta e Por Campania 2000-2006 per un importo di 7.781.000 euro; nel 2004 gli interventi preliminari alla progettazione di recupero del complesso. L'anno successivo la progettazione di due lotti funzionali per un importo di 15.235.000 euro.

Nel 2006 l'inizio dei lavori. Nel primo lotto dovevano esserci, da progetto, l'area della comunicazione e quella dell'assistenza alle piccole e medie imprese. Nel secondo l'area della conoscenza e della cultura (museo civico, la sede dell'istituto di studi storici della città di Caserta e la biblioteca), poi l'area della formazione musicale compreso il Conservatorio all'interno dell'ex convento, e quindi l'area per lo sviluppo attività imprenditoriali e centro sociale di assistenza nei corpi ottocenteschi. Il terzo lotto, costituito dal piano terra del padiglione militare, doveva essere destinato all'accoglienza e alle associazioni. Dodici anni fa furono spostati nell'ex Palazzo dei vescovi gli uffici dell'anagrafe e dei servizi sociali del Comune. «Il 23 febbraio continua Battarra - ho effettuato il sopralluogo completo del Palazzo dei Vescovi con il funzionario comunale Alfredo Fontanella, proprio per prendere consapevolezza delle priorità su cui intervenire. L'atto di giunta diventerà efficace dopo l'approvazione in consiglio comunale. Da assessore alla cultura posso anche dire che ho individuato un'ala restaurata, in buone condizioni, da poter destinare a ulteriore sede del Museo di arte contemporanea della città di Caserta». I delicati, belli, settecenteschi affreschi della volta della loggia del Palazzo dei vescovi, sperano nella rinascita.
 

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