Caserta, falso in bilancio e riciclaggio:
sequestrati 48 miloni di euro

Caserta, falso in bilancio e riciclaggio: sequestrati 48 miloni di euro
Martedì 19 Ottobre 2021, 10:31 - Ultimo agg. 13:01
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Bilanci di liquidazione falsificati per cedere i beni aziendali a un importo nettamente inferiore a quello effettivo, causando un danno di oltre 40 milioni di euro. È quanto contestato dalla Guardia di Finanza di Caserta a 3 persone raggiunte oggi da un decreto di sequestro preventivo di beni immobili, mobili, crediti e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di oltre 48 milioni di euro emesso dal gip di Santa Maria Capua Vetere su richiesta della Procura sammaritana. I reati ipotizzati sono falso in bilancio, infedeltà patrimoniale e riciclaggio.

Le indagini delegate dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere al nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Caserta hanno consentito di accertare una pluralità di condotte illecite che sarebbero state commesse da E.L., 53 anni, nella sua qualità di liquidatore di due società la cui attività consisteva nella prestazione di garanzie patrimoniali a favore delle piccole e medie imprese associate alla Coldiretti, beneficiarie di prestiti da parte delle banche o di altri enti finanziatori.

E.L. avrebbe prima falsificato i bilanci di liquidazione delle due società sottostimando, sulla scorta di apposite valutazioni non veritiere, il valore dei relativi cespiti aziendali e, successivamente, avrebbe ceduto gli stessi cespiti ad un'altra società, della quale era titolare dell'intero capitale sociale e il cui amministratore, A.C. di 59 anni, risulta indagato, per importi ritenuti assolutamente incongrui rispetto a quelli effettivi.

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La condotta avrebbe causato un danno di oltre 40 milioni di euro alle società cedenti, titolari di un consistente patrimonio costituito, tra l'altro, da immobili di pregio situati in Sicilia, a Roma e a Venezia.Successivi approfondimenti hanno consentito, inoltre, di ricostruire un'operazione di riciclaggio posta in essere dagli stessi indagati con la collaborazione di N.P., 59 anni, legale rappresentante di una società di Bari il quale, dopo aver ricevuto un bonifico su un conto corrente intestato alla società di 10 milioni di euro, provento della cessione dei beni aziendali, l'avrebbe prima trasferita su un altro conto corrente della stessa società e, successivamente, reimpiegata per l'acquisto di immobili (1,8 milioni di euro) e prodotti finanziari (6 milioni di euro), così da ostacolarne concretamente l'identificazione della provenienza illecita. 

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