Caserta, folla per l'ultimo mercato:
sfida al Covid prima della zona rossa

Caserta, folla per l'ultimo mercato: sfida al Covid prima della zona rossa
di Fabrizio Arnone
Domenica 7 Marzo 2021, 11:17 - Ultimo agg. 17:33
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Traffico in tilt, persone a fare shopping, giovani intenti a sorseggiare caffè e cocktail con i propri amici fuori ai bar. Caserta alla vigilia dell'entrata in zona rossa prova ad assaporare le ultime ore di zona arancione in strada. Ieri, già dalla mattina, tante persone sono scese in strada e, complici il bel tempo e probabilmente anche la chiusura dei centri commerciali, non hanno disdegnato un giro nel centro della città.
 

Un boom di presenze quello che si è registrato al mercato di Caserta. L'area di via Michele Ruta e via Enrico Raffaele nell'ultima giornata di apertura prima della chiusura imposta dalle nuove restrizioni varate per contrastare l'avanzata del coronavirus, è diventata una calamita di persone.

Donne e uomini di ogni età, infatti, si sono precipitate al mercato per gli acquisti più disparati. Le auto hanno invaso ogni angolo delle due arterie che insistono proprio in quell'area. Presente sul posto anche una camionetta della polizia municipale che ha osservato la scena cercando di garantire un minimo di distanziamento tra le persone, ove possibile. Una caccia all'ultimo prodotto che ha indotto molte persone a dimenticare per un attimo la gravità del periodo che stiamo vivendo e il conseguente rientro in zona rossa, per potersi dedicare una mattina agli acquisti in un luogo che è rimasto affollato e pieno di persone per l'intera mattina.

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Molte persone in strada anche nel resto della città. La chiusura dei centri commerciali ha indotto molte persone a trascorrere l'ultimo sabato prima della chiusura nelle strade del centro di Caserta. Non tantissime per la verità quelle in strada la mattina. Molte di più le persone che hanno preferito il pomeriggio per fare la passeggiata nel centro storico e per fermarsi in qualche negozio aperto e con ancora qualche prodotto in saldo. Tantissimi i ragazzi in piazza la sera. Il coprifuoco alle 22 non scoraggia i più giovani a trascorrere la sera dei fine settimana con i propri amici. Ieri sera, le stesse scene di sempre. Giovani in piazza, pochi controlli, e fino alle 22 la sensazione è che il Covid-19 quasi non ci sia. Allo scoccare delle 10 di sera, però, la città piomba nel silenzio e nel deserto. Sono pochissime, infatti, le auto che ancora scorrazzano per Caserta dopo l'orario indicato per il coprifuoco. Anche i controlli aumentano e non è difficile imbattersi in pattuglie delle forze dell'ordine a presidio del rispetto della normativa.

Il malcontento per l'ingresso in zona rossa della Regione Campania cresce ogni ora che passa. Sul piede di guerra, questa volta, ci sono i titolari di negozi di barbieri, parrucchieri e centri estetici. Anche per loro è stata imposta la chiusura, nonostante tutti abbiano adottato il sistema di accesso su prenotazione, proprio per evitare assembramenti. Scelte del Governo fortemente contestate dai commercianti che vanno ad aggiungere la propria voce a quella già forte ascoltata negli ultimi mesi dalla categoria dei ristoratori, dei titolari di bar e di pizzerie. Se loro, infatti, avevano chiesto di allentare le restrizioni in zona gialla e arancione, consentendo il servizio di consegna ai tavoli anche di sera, adesso con l'ingresso in zona rossa il tutto sembra essere diventato ancora più difficile da ottenere.

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L'arrivo del periodo di Pasqua, poi, non lascia presagire nulla di buono, e sono in tanti a sostenere che queste restrizioni così dure saranno prorogate fino al martedì dopo il giorno di Pasqua. Una situazione che mette a dura prova un settore già fortemente in crisi. La zona rossa prevede: una forte limitazione degli spostamenti anche all'interno dei comuni; consente l'attività fisica solo nei pressi della propria abitazione; chiusura delle palestre, piscine e impianti sportivi, oltre che dei musei, cinema e teatri; apertura dei bar, ristoranti e pizzerie solo con il servizio di asporto dalle 5 alle 22 e con la consegna a domicilio; chiusura dei negozi di vestiti e quelli adibiti alla vendita di beni non di prima necessità. 

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