Caserta, frasche e radici invasive:
alto il rischio per i pedoni

Caserta, frasche e radici invasive: alto il rischio per i pedoni
di Franco Tontoli
Domenica 6 Giugno 2021, 12:08 - Ultimo agg. 7 Giugno, 22:34
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È già tempo di mietitura in molte aiuole del centro cittadino, al viale Medaglie d'oro, quello caratterizzato dalle palme lasciate morire per incuria, e a viale Beneduce dove gli eucalipti hanno già un carico di rami che i venti autunno-invernali falcidieranno, il fieno è alto ma non si vede l'ombra di un mietitore. Come sempre ci si regolerà per le emergenze.

Lo stato di dissesto delle finanze comunali è ritornello che non giustifica la mancanza di una programmazione stagionale per la manutenzione del verde che non può essere soltanto di pronto soccorso. Le spese da affrontare in emergenza, con l'erba alla gola, fretta e necessità incombenti, sono tutte componenti della crescita dei costi che in ogni caso vanno sostenuti. Si procede a macchia di leopardo, con interventi per zone, solitamente di chirurgia demolitiva e mai di terapie preventive. È successo negli ultimi tempi al Parco Aranci, con l'abbattimento di pini secolari pronti a cadere quando anticipati interventi curativi avrebbero potuto salvarli.

Intanto si moltiplicano situazioni di pericolo in pieno centro, in tre zone in particolare c'è da intervenire con sollecitudine prima che alberi di grosso fusto si abbattano al suolo. Ci riferiamo al corso Trieste, al viale Unità d'Italia e al viale Vittorio Veneto. Lungo i marciapiedi del corso principale il duplice filare di alberi della specie di Grevillea Robusta manifesta sofferenze che si vanno intensificando, con il prevedibile abbattimento o naturale stramazzamento: lo spettacolo sarà da chiostra dentaria con più vuoti da avulsione obbligata.

Nei pressi di piazza Dante, sul marciapiede prospiciente a un bar, una transenna segnala pericolo per i pedoni per il suolo che si solleva sotto la spinta di radici in emersione. Lastroni di basolato sollevati, gibbosità, l'albero ad alto fusto che si inclina e non sarà certamente la debolissima transenna di plastica a mantenerlo in verticale. Di fronte, analoga situazione ma senza transenna, lastroni sollevati, anche il cordolo del marciapiedi manda segnali di soccorso. Arriverà una transenna e tutto resterà come prima. Almeno altri quattro di questi esemplari manifestano analoga sofferenza da radici pronte ad affiorare, due sono immediatamente contigui davanti al palazzo dell'amministrazione provinciale. Da anni questi alberi di alto fusto tanto improvvidamente scelti per un viale da centro città e non da bosco propriamente detto, denunciano pericoli che si cerca di evitare con ricorrente sfrondamento delle robuste chiome.

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Grevillea Robusta, la specie, gli agronomi sanno trattarsi di vegetazione endemica dell'Australia, che della stessa specie esiste una taglia ridotta ma, negli anni in cui la scelta fu fatta, si decise di fare le cose in grande: vuoi mettere una Grevillea Robusta con una «mignon»? E i risultati si vedono. L'opera di risanamento sarà indispensabile, abbattimento e sostituzione con alberatura più idonea o «pannicelli caldi» da cure ricorrenti che nel tempo costano molto di più? Radici che esplodono, una infilata è possibile riscontrarla al viale Unità d'Italia, direzione di marcia da via Sud Piazza d'Armi al Monumento ai Caduti, marciapiedi e stalli da parcheggio con bozzi paurosi, pavimentazione e asfalto sgretolati alla base di pini secolari che ancora fanno da recinzione esterna del Macrico, cioè del Parco della Unità d'Italia che tanti continuano a invocare in regalo dalla Befana. Stalli di parcheggio pericolosi, tratti di marciapiede intransitabili: sarà consultato un agronomo e non soltanto un operaio munito di motosega? Terza tappa nel centro cittadino di questa passeggiata fra lo sfacelo, al viale Vittorio Veneto nel tratto da via Cesare Battisti e l'accesso al sottovia: quattro alberi di alto fusto, due in ottima salute, frondosità abbondante e rigogliosa, e altri due rinsecchiti, non una foglia, rami che si sgretolano, fusti che si scortecciano. Ed anche questo è un sos.

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