Caserta, furto all'ufficio Anagrafe:
dipendenti sotto torchio, c'è l'inchiesta

Caserta, furto all'ufficio Anagrafe: dipendenti sotto torchio, c'è l'inchiesta
di Luisa Conte
Sabato 23 Luglio 2022, 10:00
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La casa comunale sembra essersi trasformata nel set di un film giallo. E la soluzione del mistero dovrà arrivare dalle indagini, in pieno corso, della squadra Mobile della polizia di Caserta.

Sono loro che hanno ricevuto l'incarico di fare chiarezza sul furto avvenuto nel primo pomeriggio di giovedì nelle stanze della Caserma Sacchi che ospitano gli uffici comunali dell'Anagrafe cittadina. Nei prossimi giorni gli inquirenti ascolteranno le testimonianze di tutti i dipendenti comunali che erano presenti in sede al momento del furto da 48mila euro.

Ma a chiedere conto agli impiegati è anche il sindaco Carlo Marino, che, dopo aver presentato regolare denuncia contro ignoti, ieri mattina ha avviato un procedimento interno chiedendo come prima cosa una relazione al segretario comunale per poter, quindi, «ricostruire la catena delle responsabilità».

«È un episodio molto grave - ha esordito il primo cittadino -.

Ho aperto una procedura disciplinare perché ci sono molte cosa da capire e spiegare. Prima di tutto voglio sapere perché da tre mesi non vengono depositati i soldi delle carte di identità. Poi - continua il sindaco con un tono che non lascia spazio ad altre interpretazioni rispetto al suo essere nervoso - c'è da verificare la dinamica precisa di quanto accaduto perché, dalle prime cose sentite, pare che la porta sia stata rotta dall'interno della struttura e non dall'esterno».

Anche le indagini comunali sono state dunque avviate, ma intanto il sindaco ha preso il primo provvedimento. «Non si potranno più usare i contanti negli uffici comunali, ma soltanto app, carte di credito e conti correnti», ha concluso Marino, quasi a voler dare una risposta anche a Pasquale Napoletano, consigliere comunale FdI, che nella mattinata di ieri si è detto «sconcertato» per l'ennesimo furto all'Anagrafe e soprattutto per l'immobilità dell'amministrazione. «Non ci sono i certificati anagrafici nelle edicole, come annunciato e promesso prima delle elezioni comunali dal sindaco Marino. Non c'è - ha detto Napoletano - un sistema di pagamento - con Pagopa o con un semplice bancomat. Non è stato mai stabilito che ogni somma contante, eventualmente incassata, sia ogni giorno trasferita alla tesoreria comunale tramite un semplicissimo versamento al bancomat».

E mentre si consumano i processi privati e si punta il dito contro il responsabile di turno, il lavoro degli inquirenti continua senza sosta. Quel lavoro che è iniziato giovedì, intorno alle 14.30, quando la squadra della Volante della polizia di Caserta è stata allertata per un furto avvenuto nella sede distaccata del Comune.

Gli agenti sono accorsi ed hanno ascoltato il racconto di alcuni dipendenti, raccogliendo nel contempo anche possibili indizi, visionando la cosiddetta scena del delitto.

Alcune circostanze sono apparse quantomeno ambigue ai poliziotti sin da subito. In particolare il fatto che i soldi, 48mila euro in contanti, non fossero custoditi nella cassaforte ma si trovassero all'esterno della stessa. E la spiegazione che i soldi erano stati preparati per essere poi depositati di lì a qualche ora non ha certo entusiasmato gli inquirenti che, pare, abbiano più volte chiesto il perché di un anticipo così grande e perché prenderli prima della pausa pranzo - intorno alle 12.30 - visto che il deposito doveva essere effettuato alle 14 circa. 

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Quella che sembra essere una semplice leggerezza, dettata probabilmente da un fare quotidiano frettoloso e distratto, per gli investigatori potrebbe diventare una responsabilità oggettiva. Una responsabilità aggravata anche dal fatto che la porta, sempre stando alle prime ricostruzioni, non sarebbe stata affatto rotta o manomessa, semplicemente non era chiusa: forse l'addetto, nell'andare a pranzo, ha soltanto tirato l'uscio dimenticando di serrarlo. Nessun atto di effrazione sarebbe stato individuato, infatti, durante il primo sopralluogo effettuato dagli agenti subito dopo l'accaduto.

Dopo le procedure di rito, poi, i poliziotti hanno stilato un elenco dei dipendenti che erano presenti nella struttura, indipendentemente dall'ufficio e dal piano in cui erano ubicati al momento del fatto. Da quell'elenco attingeranno ora i colleghi della Mobile che dovranno seguire il caso, partendo dalle indicazioni date dagli uomini del primo intervento e cercando di recuperare più informazioni possibili per ricostruire quanto accaduto in quella manciata di ore, quelle della pausa pranzo, quando si è consumato il raid.

Tutti gli elementi di un giallo ci sono. Ora, tra suspense e attesa, si aspetta solo la soluzione del mistero e, dunque, la rilettura di tutti gli indizi in base alla individuazione del responsabile. La costruzione chiara e limpida del puzzle. 

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