Caserta, il vescovo e i sacerdoti
in marcia per il Macrico

Caserta, il vescovo e i sacerdoti in marcia per il Macrico
di Nadia Verdile
Mercoledì 27 Aprile 2022, 07:42 - Ultimo agg. 14:57
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Il sole ha baciato l'ingresso del clero ieri mattina nel Macrico. Una cinquantina di parroci, presbiteri, diaconi ha varcato, per molti era la prima volta, i cancelli dell'ex Campo di Marte e ha scoperto il parco dei desideri della comunità casertana.

«Un appuntamento a cui tenevo tantissimo ha detto il vescovo Pietro Lagnese e che purtroppo avevamo dovuto annullare lo scorso 19 marzo per le avversità del tempo. È una giornata importantissima, è un momento di condivisione bellissimo. Non è il mio sogno, è il sogno della chiesa casertana, della diocesi, della comunità. Per tanti è stata la prima volta, la prima di una lunga serie. Abbiamo passeggiato lungo il percorso liberato e messo in sicurezza, abbiamo visitato l'hangar, abbiamo raggiunto la chiesa dove abbiamo pregato, fatto un momento di riflessione. Stiamo andando avanti con impegno e costanza, il nostro sogno è diventato un sogno condiviso e sta crescendo in tutta la città che ce lo fa sentire, che ce lo dice».

Nella chiesa senza tetto, simbolo di una simbiosi tra cielo e terra, si è alzato il canto gregoriano, in latino, Regína caeli laetáre, intonato dal vescovo Lagnese e accompagnato dai convenuti. Un canto rivolto alla Madonna, eco nuova del Magnificat. «Venerdì sera ha aggiunto il vescovo condivideremo il nostro Manifesto programmatico sul Macrico.

Dieci punti in cui diremo che valore ha per la chiesa casertana il nostro sogno, il nostro progetto». Giovani e anziani, in abito talare o con il solo clergyman, hanno condiviso il tripudio della primavera e la luminosità di un'idea che diventa sostanza. «Sogni che prendono forma ha sottolineato don Antonello Giannotti, presidente dell'Istituto diocesano sostentamento clero -, sogni che sono condivisi. Siamo la chiesa paziente di cui parla papa Francesco, che non si lascia sconvolgere e turbare dai cambiamenti, ma accoglie serenamente la novità e discerne le situazioni alla luce del Vangelo. È la chiesa del vescovo Lagnese che apre le porte, che spalanca i cancelli, che mette al servizio della comunità un bene pregiato che lo diventa ancora di più proprio perché condiviso».

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Prezioso il contributo costante di Elpidio Pota mentre tanti erano i commenti e gli interrogativi che si scambiavano tra loro i convenuti. «È un angolo di paradiso ha detto don Antonio Iazzetta parroco della chiesa di san Martino a Maddaloni -, mi è sembrato di ripercorrere i viali del bosco di Capodimonte come facevo quando studiavo all'università a Napoli. Non ero mai entrato prima d'ora in questo posto bellissimo. È un grande sogno quello del vescovo, difficile però, va detto. Il lavoro che dovrà essere fatto sarà complesso e laborioso. Chi gestirà questo bene? Chi saranno i partecipanti alla Fondazione? Cosa si intende per diritto di superficie? Ci sono non poche criticità e sicuramente saranno affrontate con tutte le attenzioni del caso. Mi auguro che ci saranno spazi per la chiesa, penso come priorità ad un grande centro pastorale, come lo hanno tante altre diocesi, dove fare formazione teologica, spirituale, catechesi, settimane residenziali di formazione. Abbiamo parrocchie con pochi e piccoli spazi, sarebbe una scelta giusta e di grande utilità. Penso anche che sarebbe necessaria la realizzazione di una Casa per il clero, una comunità residenziale per religiosi che sono anziani e soli, dove possano vivere accolti e assistiti, non solo della nostra diocesi ma di tutta Terra di Lavoro». 

Fiducioso e contento anche don Giovanni Gionti, parroco emerito di SS. Vitaliano ed Enrico in Caserta: «Era veramente un peccato che uno spazio così bello rimanesse abbandonato. Bellissimo il sogno del vescovo Lagnese. Ci vorrà moltissimo lavoro ma verranno i risultati. Spero che i giovani delle parrocchie intorno al Macrico abbiano lì, finalmente, quegli spazi di incontro, anche sportivi, che sono stati loro sempre negati perché a parte quelli dei Salesiani nelle nostre parrocchie non ci sono spazi di aggregazione per loro». Intanto il Comitato Macrico Verde ha nuovamente chiesto la convocazione di una seduta di consiglio comunale per definire Zona Omogenea F2 - Verde Pubblico ovvero inedificabile l'area del Macrico. 

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