I trasporti pubblici a Caserta sono come Re Mida all'incontrario: chi li tocca, finisce nei guai. Dopo l'abbandono del campo di battaglia della Clp, fra i sedili dei bus pubblici c'è lo sbandamento: la biglietteria non esiste più, ora c'è un bigliettaio in strada a distribuire ricevute. Senza sedia, senza punto informativo, senza riparo. Nei negozi del centro di Caserta non ci sono ticket per salire a bordo dei bus, quindi chi sale sui pullman a Garzano o a Casolla o in altre zone periferiche, rischia una multa. Se si entra nel portale web Unico Campania (il consorzio che gestisce la ticketteria) l'unico punto vendita indicato dalla freccetta è il negozio interno alla stazione di piazza Garibaldi. Biglietti a bordo? Manco a pagarli. «Per via del Covid non li facciamo più», spiega l'autista. «Fosse solo questo - ribatte un utente - qui le tratte non vengono rispettate, non si capisce mai se i bus passano, anche perché spesso non ci sono orari sulle pensiline».
Al posto della Clp, l'azienda Air (controllata dalla Regione Campania) è entrata nel grande gioco dei trasporti a Caserta e il grande gioco richiede eclettismo, non si può restare ancorati ai bus gialli stravecchi e a una borsetta a tracolla. Nelle altre città c'è il sistema QR Code per avere informazioni, a Caserta l'anno zero. Ma qualcosa di nuovo c'è. O meglio, c'era. Perché l'unica «perla» della staffetta Clp-Air mobilità è stata ritirata. In un primo momento, infatti, l'Air aveva trasferito 20 autobus nuovi di zecca da Avellino a Caserta, ma gli ambientalisti irpini avevano puntato i piedi: «Ridateci i nostri bus a impatto ambientale quasi zero». Erano i cosiddetti Eco-bus, sostenibili e silenziosi. Ad alzare la voce erano stati il presidente dell'osservatorio meteorologico di Montevergine, Vincenzo Capozzi e il presidente di Legambiente Avellino, Antonio Di Gisi. E così, Avellino ha riottenuto i suoi bus con uno «scippo» a Caserta, dove gli ambientalisti però non parlano. E infatti, a Caserta erano tornati i vecchi pullman, anche se per poco (ora pare siano in deposito). Alcuni stravecchi: quelli gialli, per intenderci, larghi con i vetroni, comprati 20 anni fa. L'Air, facendo spallucce, ha lasciato a Caserta quel che poteva. Circa 120 automezzi.
Il problema è sempre lo stesso: non ci sono i biglietti. Nei tabacchini del centro e delle frazioni non c'è nulla. «Sono salita sul pullman l'altro giorno con mia figlia di un anno, il controllore mi ha chiesto il biglietto, ma qui non li vendono. Io come devo fare?», spiega una donna lungo corso Giannone.
Un tabacchi con i biglietti c'è, però. Ed è quello di fronte alla stazione. «Abbiamo avanzato richiesta nei giorni scorsi e ci sono arrivati oggi (ieri) - spiega la titolare - però sono ticket per Caserta e provincia. Ora mi devo procurare quelli da Caserta per altre destinazioni. In questo modo gli abbonamenti non si possono fare perché si esige un anticipo di cassa enorme per noi». E c'è chi vorrebbe averli, ma non li ha. «Qui al bar potremmo venderli, ma non sappiamo come fare», racconta Giuseppe Cardone del bar Frank. «Non sappiamo nemmeno gli orari dei bus, li vediamo passare ma non c'è un cartello. Cosa diciamo ai turisti?». Tutto è lasciato all'improvvisazione.