Caserta, lavori a macchia di leopardo:
bloccate anche le ambulanze

Caserta, lavori a macchia di leopardo: bloccate anche le ambulanze
di Claudio Coluzzi
Giovedì 6 Maggio 2021, 08:42 - Ultimo agg. 19:53
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Luciano De Crescenzo, nel suo «Così parlò Bellavista», nel descrivere il più insidioso degli ingorghi da traffico napoletano al milanese Cazzaniga, parlava di ingorgo a «croce uncinata».

Dopo 37 anni dal film un esempio di tale ingorgo è ben visibile in via Tescione a Caserta dove, per lavori in corso, da oltre due mesi le auto contromano in divieto di accesso bloccano quelle nel senso cosentito e, laterlamente, un altro flusso di auto provvede ad incastrare il tutto. Ma il «caso» di via Tescione è da film per un'altra ragione. La strada che viene bloccata è quella che conduce all'ingresso principale dell'ospedale di Caserta e quindi le ambulanze (tutte quelle dirette al più grande Pronto Soccorso di Terra di Lavoro) sono costrette ad andare contromano e, a causa dell'ingorgo di cui parlavamo, finiscono bloccate dagli altri automobilisti che se ne fregano del divieto.

Ma perchè stanno scavando in via Tescione? Per collocare una nuova condotta fognaria.

Quindi un intervento imponente che richiede tempo. Il problema è come è stato aperto il cantiere (all'improvviso e senza pensare ad un percorso dedicato per le ambulanze). E come vengono segnalati i lavori in corso. Innanzi tutto non c'è alcuna indicazione, quando ci si trova divanti al blocco, su dove andare per raggiungere l'ospedale. L'unica freccia gialla indica «Casagiove». Inoltre, a ridosso del mastodontico impedimento stradale, si ha la sensazione che siano stati posizionati tutti i segnali che erano avanzati, tanto per metterci qualcosa. C'è infatti un triangolo giallo che indica il restringimento della carreggiata affianco ad un divieto di accesso. Ma se non si può accedere, chi è che deve stare attento al restringimento della carreggiata? Dettagli, perfettamente in linea con quanto accade nel resto della città a propositito di altri segnali stradali sistematicamente ignorati.

Le strisce che indicano infatti la pista ciclabile sono scambiate per aree di sosta non a pagamento. Nella foto in alto si vedono tre vetture parcheggiate in duecento metri, sulla ciclabile di via Verdi. Questo accade su tutte le piste ciclabili (ad eccezione di quelle munite di un cordolo che impedisce fisicamente alle auto di invadere lo spazio riservato alle biciclette).

Ma il disastro della viabilità cittadina dipende, in questi mesi, dagli scavi per il posizionamento delle fibra per il collegamento veloce e la trasmissione dati. Le ditte scavano e occupano la sede stradale in contemporanea e senza preavviso e segnaletica. Contemporaneamente altri tecnici lavorano alle centraline telefoniche sui marciapiedi e bloccano diversi incroci per ispezionare i sottoservizi. Quando lo scavo finisce, chi ha posizionato la fibra, copre con asfalto solo la striscia di strada in questione. Dopo due giorni quel tratto cede e la strada diventa automaticamente sconnessa. Un vero disastro, frutto di mancata programmazione dei lavori e di una procedura che dovrebbe prevedere l'intero rifacimento di tutta la sede stradale.

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Infine, giusto per dirla tutta (e anche questo si vede chiaramente nelle foto) chi ha fatto il rappezzo non provvede a ridisegnare le strisce pedonali. Poco male del resto. In tutta la città le strisce pedonali sono scolorite o invisibili. Per cui i pedoni che attraversano non hanno alcuna «protezione», come invece prevede il codice della strada.

Certo i lavori dovrebbero essere temporanei e i disagi pure. Ma ormai l'eccezione è divenuta regola e la mancata programmazione pure. Finchè c'era la zona rossa, con scuole e uffici chiusi, poco male. Ora che il traffico è ritornato «ordinario» l'intera città di Caserta, soprattutto nelle ore di punta, è ostaggio di cantieri e caos. E i vigili, ridotti all'osso, semplicemente a fare viabilità non ci sono. 

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