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Caserta, la Chiesa sul Macrico: «Nessun edificio in più tuteleremo il verde»

Il Comitato Macrico Verde scrive al Vescovo Lagnese

Il Macrico che verrà
Il Macrico che verrà
di Nadia Verdile
Articolo riservato agli abbonati
Domenica 28 Maggio 2023, 10:10
5 Minuti di Lettura

Il Comitato Macrico verde scrive al vescovo Lagnese una lettera pubblica. Ribadendo il suo ruolo, iniziato 22 anni fa, di difesa dell'area da speculazioni di ogni genere, chiede al presule di fare chiarezza su voci preoccupanti che circolerebbero sul Macrico che verrà. «Nel corso di questo anno e mezzo - si legge nella missiva - si è avviata la Fondazione "Fratelli tutti" che ha annunciato la presentazione di uno specifico progetto per la fine del mese di aprile 2023. Anche il nostro Comitato è stato audito dai tecnici incaricati dalla Fondazione per redigere il progetto. Abbiamo sempre ribadito la necessità che prima di qualsiasi progetto l'area ricevesse, come sarebbe ovvio se non ci trovassimo a Caserta, una precisa e necessaria qualifica urbanistica e che questa fosse F2. Nel corso di diversi incontri con i membri della Fondazione abbiamo registrato una posizione molto distante dalla nostra riguardo alla F2 e una certa insofferenza a riconoscere che sull'area vi sono dei vincoli, vincoli che riuscimmo a far porre sull'area». Una lettera aperta a cui, apertamente, hanno risposto il vescovo Pietro Lagnese e, su sua indicazione, anche monsignor Giovanni Vella e don Antonello Giannotti nelle rispettive vesti di presidente della Fondazione e presidente dell'Istituto diocesano sostentamento clero. «Vi ringrazio per la passione che mettete nel vostro impegno sociale - scrive il vescovo Lagnese -. Per me, e per quanti collaborano con me, ciò è di sprone a proseguire sulla via del Vangelo per operare con totale disinteresse e in piena trasparenza. È mia volontà, come più volte ho detto e scritto, attenermi esclusivamente a quanto espresso nel Manifesto "Da Campo di Marte a Campo della Pace", che ho consegnato alla Chiesa e alla città di Caserta, e operare per il bene esclusivo della città e del nostro territorio. Sono convinto che Caserta non ha bisogno di cemento ma di tutt'altro! Potete perciò stare tranquilli!».

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State tranquilli, questa è l'esortazione di Lagnese. «Riguardo la questione della qualifica urbanistica dell'area nella categoria F2 - scrivono Vella e Giannotti - confermiamo la nostra posizione espressa attraverso la sottoscrizione tempo fa della petizione presentata dal Comitato Macrico Verde per chiedere al Consiglio comunale di Caserta di qualificare l'area come F2 ai sensi del vigente Piano Regolatore. Sotto il profilo procedurale oggi non compete al vescovo e alla proprietà imporre o semplicemente esercitare pressioni su determinate scelte che sono di stretta competenza e prerogativa dell'Amministrazione comunale. Come Diocesi non intendiamo però fermare il processo in atto solo perché il Comune non ritiene di formalizzare una precisa qualifica urbanistica dell'area. La città non capirebbe questo ulteriore ritardo». Nella sua lettera il Comitato Macrico Verde pone al presule quattro domande: «Dal momento che l'annunciato progetto ritarda cominciano a circolare voci insistenti che riteniamo richiedano da parte sua un intervento pubblico chiarificatore e immediato. Vorremmo infatti sapere se risulta vero che l'Isdc, proprietario dell'area Macrico, abbia ceduto alla Diocesi il compito di vendere l'area o porzioni di essa a privati o enti pubblici; se risulta vero che si stia riproponendo quella lottizzazione dell'area come si rischiò che avvenisse nella metà degli anni 90. Oppure se si stia per realizzare un progetto molto simile ai tre che in questi 22 anni siamo riusciti a bloccare e che sono fortunatamente miseramente falliti; se risulta vero che la Fondazione o i progettisti o l'Idsc stiano esercitando azioni e pressioni per la rimozione dei vincoli apposti sull'area. Vincoli sui quali l'Idsc fece in passato opposizione con ricorso amministrativo uscendone con disonore sconfitto; se non ritiene di dover ribadire all'Amministrazione comunale la sua richiesta espressa con la sua firma alla petizione per la qualifica dell'area come F2». Sulle funzioni e sul futuro dell'ex Macrico Vella e Giannotti hanno ribadito: «Nel Manifesto è indicata la meta da raggiungere. Dare risposte concrete al bisogno di spazi verdi, accessibili, attrezzati e organizzati secondo i criteri della sostenibilità ambientale; far diventare l'area un polo multifunzionale a destinazione sociale e culturale. Su queste linee di indirizzo, dalle audizioni fatte a marzo, abbiamo potuto riscontrare un apprezzamento unanime da parte delle istituzioni, degli enti e delle associazioni ascoltate. Fedeli a questo mandato stanno lavorando l'Idsc, la Fondazione Casa Fratelli Tutti e i progettisti. Non ci saranno nuove edificazioni o ulteriore cementificazione, anzi gran parte del cemento presente sulle superfici dovrà essere eliminato e trasformato a verde, tutto a beneficio della salubrità ambientale. Non ci saranno attraversamenti di strade carrabili. Il progetto osserverà fedelmente il vincolo e le direttive della Soprintendenza». Gli edifici in muratura presenti nell'area, tutti collabenti, viene sottolineato «non possono essere demoliti perché tutelati pertanto potranno - anzi dovranno - essere recuperati e restaurati e di conseguenza inclusi nelle funzioni del parco se non si vuole lasciarli come reperti archeologici. Sentiamo la necessità di invitarvi a lavorare insieme in modo che si instauri tra la proprietà, gli enti pubblici, le imprese, le associazioni ed i cittadini, un clima di fiducia reciproco che lasci fuori dalla porta il conflitto e quella che Papa Francesco chiama la cultura del sospetto». ©

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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