Caserta, medici di famiglia fuga
per la pensione: pazienti allo sbando

Caserta, medici di famiglia fuga per la pensione: pazienti allo sbando
di Ornella Mincione
Giovedì 30 Giugno 2022, 10:20
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Sono almeno settanta i medici di Medicina generale che mancano tra le fila di quelli attualmente operativi in provincia di Caserta. O meglio, entro la fine dell'anno, tra coloro che compiranno 70 anni di età utili per la pensione e coloro che hanno richiesto il trasferimento, è di circa 70 il totale dei medici di base che verranno meno sul territorio. In aggiunta a queli che sono già andati via nel corso degli ulktimi due anni lasciando i pazienti allo sbando.

Un problema che è già stato posto all'ente regionale dall'azienda sanitaria casertana, così come da tutte le aziende campane. Ecco perchè il 18, il 19 e il 20 luglio prossimi i dirigenti preposti al coordinamento della Medicina generale, così come quelli della continuità assistenziale e ad altri servizi territoriali, sono stati convocati a palazzo Santa Lucia per discutere la soluzione del problema.

In tutte le Asl campane mancano 420 medici di base. «In realtà il numero dei medici che compiranno 70 anni ci è stato richiesto già ad inizio anno - spiega Francesco Frascaria, direttore delle Cure primarie dell'Asl di Caserta -. Dovrebbero poi essere aggiunti coloro che già a 68 anni possono richiedere il pensionamento». Dunque oltre i 70 carenti potrebbero esserci altri medici che verranno meno al servizio.

Ad oggi i medici di base titolari' in provincia di Caserta sono cinquecento a cui vanno aggiunti altri 50/70 provvisori', ovvero in attesa di conferma da parte dell'ente regionale. «Non è un calcolo semplice quello per sapere quanti medici di base occorrerebbero in Terra di Lavoro - continua il direttore Frascaria -. Bisogna considerare il numero di mille assistiti di base a cui sono aggiunti altri, per un massimale di 1.300 oppure multipli di 650. Si potrebbe fare la semplice equazione che riporta «i 927 mila abitanti casertani diviso i 1.300 pazienti che può seguire un medico. Ci sono però alcune variabili, come quella secondo cui non tutti i medici sono massimalisti o la capacità ricettiva dei medici già operanti oppure, ancora, se il medico che vince una zona carente', ovvero dove non c'è neanche un medico provvisorio a servire il territorio, sceglie di partecipare anche alla continuità assistenziale e in quel caso possono farlo accettando fino a 850 pazienti, perchè se fossero 851, ad esempio, perderebbero la continuità assistenziale (vale a dire la guardia medica)».

C'è anche un altro fattore da considerare ovvero che gli attuali medici di base sono anziani e scarseggiano coloro che possono dare loro il cambio. Molti che sono stati chiamati anche negli ultimi tempi a ricevere il testimone hanno respinto l'invito a subentrare nella medicina territoriale, in quanto non più giovanissimi, hanno iniziato il servizio altrove e ora hanno ricevuto la conferma quasi al raggiungimento dell'età pensionabile.
«La situazione di carenza è nazionale, nonchè regionale, e si presenterà anche per i pediatri di libera scelta, ma questi ultimi, a differenza dei medici di base, sono più giovani, in media di dieci anni. Dunque di tale criticità si discuterà con urgenza fra qualche anno», aggiunge il direttore delle Cure primarie. È bene dire che proprio in piena emergenza Covid i medici di base sono stati di grande aiuto all'azienda sanitaria per fronteggiare una serie di servizi, nonchè essere sentinelle sul territorio per registrare infetti e monitorare condizioni cliniche. Per questo alcuni provvedimenti normativi hanno permesso alle aziende sanitarie locali, come quella di Caserta, di poter chiamare in servizio anche gli studenti dei corsi di formazione in Medicina generale i quali hanno potuto fare pratica direttamente sul territorio.

«Il reale problema è che mancano i medici in quanto tali, mancano i laureati - spiega il direttore Frascaria -. Per fortuna la regione ha pubblicato il decreto della graduatoria definitiva e questo fa sperare almeno per la tempistica che fino a pochi anni fa era più lunga. Ora, con la possibilità dell'invio delle domande con procedure telematiche almeno c'è una graduatoria definitiva in tempi brevi. Dunque bisognerà attendere la metà di luglio e le decisioni della Regione per capire se l'attuale lacuna di Medicina generale, a Caserta come altrove, possa essere recuperata.

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