Caserta, mercato delle casa: spallata
del 20%, il Covid congela gli acquisti

Caserta, mercato delle casa: spallata del 20%, il Covid congela gli acquisti
di Emanuele Tirelli
Domenica 24 Gennaio 2021, 11:47
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La pandemia ha frenato sensibilmente il mercato immobiliare, in tutta Italia e pure nella provincia di Caserta. Il dato dei primi nove mesi del 2020 ha fatto registrare un calo importante, dovuto all'andamento dei primi due trimestri. Almeno questo è quanto emerge dagli elementi forniti dalle 21 agenzie del Gruppo Tecnocasa che operano su Terra di Lavoro. Le compravendite nel comune capoluogo sono state 416, diminuite del 19,5 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019 (517). In provincia la riduzione è stata leggermente più contenuta, con un totale di 3.058 (-11,3 per cento), contro le 3.448 di dodici mesi prima. Ma, se non fosse stato per il terzo trimestre, il ribasso dell'intero periodo sarebbe risultato ancora più consistente. Luglio, agosto e settembre, infatti, ne hanno avute 157 in città e 1.180 in provincia, mostrando rispettivamente un +10,9 e un +15,6 per cento.


Il dato relativo ai mesi estivi va considerato nell'ottica di una sorta di sblocco di tutte le compravendite che erano state congelate dalla pandemia e dal lockdown. «Di solito i momenti più prolifici sono maggio, giugno e gli inizi di luglio. Poi, dopo uno stallo fino alla fine di agosto, si riprende a settembre», dice Michele Addante, consulente per tutta la provincia per Tecnocasa. «Stavolta il lockdown ha mutato i parametri. Per quanto riguarda invece il quarto trimestre, e l'inizio del 2021, possiamo dire che i proprietari intenzionati a vendere sono apparsi un po' frenati. Nelle ultime settimane, le nostre agenzie fanno più fatica ad acquisire nuovi incarichi perché molte persone sono confuse e aspettano la fine di questo periodo di incertezza. A differenza del trend generale, siamo riusciti a vendere di più rispetto al 2019. Vuol dire che, nonostante la pandemia, abbiamo conquistato un'ulteriore fetta di mercato. Ma adesso occorre riprendere ad andare porta a porta, che è la nostra attività principale sul territorio e che non abbiamo potuto svolgere a causa delle limitazioni dei decreti e del timore di alcune persone».

Chi pensava di vendere per acquistare un'abitazione più grande, sta cercando di capire se sia il caso di fare questo investimento adesso o se invece non sia preferibile tenere quel tesoretto fermo, a disposizione per eventuali esigenze, e aspettare la fine della crisi. Chi non ha necessità di vendere, attende la ripresa del mercato, che adesso è più basso. Al contrario, chi pensava di acquistare e può farlo, ha gli occhi puntati sugli annunci perché trova costi più accessibili e mutui bancari a tassi convenienti.

 


Guardando agli ultimi dati disponibili sui prezzi al metro quadro, le abitazioni più costose di tutta la provincia di Caserta sono ad Aversa Sud, nella parte più vicina ai comuni di Napoli Nord. Lì, per acquistare una casa definita «signorile nuova», si ragiona sui 2500 euro. Mentre il costo più basso è nella periferia di Mondragone (250 euro) per gli appartamenti «economici usati». Ma queste indicazioni fanno riferimento al primo semestre del 2020. «In quel periodo, inoltre, il valore degli immobili era già calato dell'1,4 per cento rispetto al secondo semestre del 2019. Non abbiamo le percentuali relative agli ultimi mesi, ma possiamo dire che è sceso ancora, anche se di poco, e supponiamo che continuerà a farlo pure nel 2021, almeno nella prima parte».


Non ci sono dati ufficiali per il mercato degli affitti, sia residenziali che commerciali. «Però possiamo dire che il numero è in calo», continua Addante. «I proprietari degli immobili sono molto restii in questo periodo, perché temono che i nuovi inquilini potrebbero non avere le risorse adeguate a pagare i canoni mensili già nell'immediato futuro. Ci vanno cauti. I proprietari cercano molte più garanzie. Il discorso relativo ai locali commerciali è diverso, perché in questo periodo è molto complicato pensare di aprire una nuova attività. Chi ha deciso di farlo sta aspettando la ripresa della vita sociale. Prima della pandemia, la situazione del centro di Caserta non era di certo florida. Le conseguenze del coronavirus non hanno fatto altro che acuire una criticità già presente negli anni precedenti».

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