Zucchero serbo in nero per adulterare
il vino: sequestri e nove indagati

Zucchero serbo in nero per adulterare il vino: sequestri e nove indagati
di Marilù Musto
Venerdì 27 Aprile 2018, 09:48 - Ultimo agg. 18:21
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Zucchero come oro, commercializzato in Veneto, in Emilia Romagna (precisamente a Formigione), in  Puglia, Sicilia (a Mazzara del Vallo) e in Campania e utilizzato per la sofisticazione di prodotti come il vino, mosto e succo d’uva. Il commercio in nero dell’oro bianco e sottile aveva come base operativa due  Comuni- cerniera fra la provincia di Napoli e Caserta: Giugliano e Carinaro, di competenza territoriale della procura di Napoli nord ad Aversa. E oggi, i militari del nucleo polizia economico finanziaria della finanza di Caserta, assieme al personale dell’ispettorato repressione frodi e del Ministero delle politiche Agricole, hanno eseguito nove misure cautelari – quattro arresti domiciliari e 5 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria – emesse dal gip del tribunale di Napoli nord nei confronti di un’associazione per delinquere che immetteva, stando all’inchiesta, nel territorio nazionale e commercializzava ingenti partite di zucchero. Sequestrati beni per 12 milioni di euro disseminati in Veneto, Sicilia, Puglia e Campania. 
 


In particolare, l'associazione per delinquere si approvvigionava di masse di saccarosio di provenienza estera (Croazia, Isole Mauritius, Serbia e Slovenia) che venivano veicolate a una società con sede a Sant'Antimo e luogo di esercizio a Carinaro attraverso l'interposizione fittizia di imprese «cartiere» nazionali, cioè formalmente attive ma di fatto non operative, risultate essere anche inadempienti agli obblighi fiscali. Il Gancio con la Croazia era Sandra, una donna che metteva a disposizione i carichi di zucchero verso l'Italia. 

In questo modo il gruppo criminale riusciva a commercializzare zucchero in evasione di imposta e a prezzi estremamente competitivi a compiacenti imprenditori vitivinicoli. In tal modo, questi ultimi compravano «in nero» partite di saccarosio che non avrebbero potuto, invece, acquistare atteso che la normativa nazionale e comunitaria non consente loro la detenzione di sostanze zuccherine e, ancor più, il loro impiego nei rispettivi opifici. 
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