Caserta, non santi ma angeli
per i sei senzatetto accampati

Caserta, non santi ma angeli per i sei senzatetto accampati
di Franco Tontoli
Lunedì 14 Gennaio 2019, 10:22
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Otto sacchi di rifiuti, avanzi di cibo, materassini, coperte sdrucite, anche uno scatolone addossati al contenitore gettacarte sul marciapiede d'angolo di via Battisti con piazza Amico. L'ultimo tratto lavato e disinfettato, rilucenti anche le soglie di marmo, i gradini delle quattro vetrine rientrate del Banco di Napoli che insieme costituiscono l'«Hotel Battisti», tre cucce a vista, ciascuna con due «panettoni» di cemento che dovrebbero fare da dissuasori di sosta e permanenza e che invece dividono in tre parti questi anfratti.

«IRRIDUCIBILI»
Sono posti per bivaccarci di giorno e dormirci di notte che di più scomodi non si possono immaginare e che pure sono stati da mesi scelti come abitazione da chi la propria vita ha deciso di viverla al massimo dello scomodo. Sei persone, nazionalità assortite fra Polonia, Lituania, Bielorussia, anche un'italiana, sono i clochard, che rifiutano offerte di ricovero notturno nei locali allestiti dalla Caritas diocesana in via Sud Piazza d'Armi, in via San Carlo e, con la disponibilità del Comune, in via Domenico Mondo nella «Casa del sorriso di don Giorgio Quici».


 
CAMBIO D'ABITI
Quattro di loro la cronaca è di sabato scorso, ore 15.30 si sono risistemati, lavati e con vestiti, giubboni e cappelli, abiti usati ma dignitosi e puliti, ciascuno ha riconquistato la sua porzione di spazio scomodissimo ma, almeno ripulito. Di qui è passata Antonietta D'Albenzio che con Maurizio, un altro volontario degli «Angeli degli ultimi», ha imbarcato il gruppo sulle auto, destinazione via Mondo nei locali che il Comune ha dato in concessione alla Caritas, affidati a Luigi e Guido per doccia bollente, cambio d'abiti, rifocillamento, un caffè e ritorno in «hotel», nel frattempo ripulito da Antonietta e Maurizio, dove hanno trovato piumoni puliti, due a persona, uno a far da materasso l'altro da coperta. Due del sestetto sono stati trattenuti nei locali di via Mondo, Stanislao, il più vecchio, la barba folta ingiallita da sigarette, e Pellegrino stanno in branda, Antonio Anastasio, medico volontario maddalonese, li ha visitati, sono febbricitanti e c'è da fare in modo che l'iniziale bronchite non faccia danni più seri.

SOTTO CONTROLLO
In questi giorni di freddo intenso sono state raddoppiate le visite dei volontari anche della Croce rossa di Caserta, generi alimentari e tè bollente nelle serate di gelo; con gli spiccioli delle elemosine dei passanti i clochard provvedono per sigarette e vino in cartoni. L'assistenza, quella del volontariato, non manca. Nessun'altra soluzione alternativa al loro vivere all'addiaccio, anche in giorni di gelo, sembra possibile. Il problema è di ordine e igiene pubblica: ma nessuno dei rappresentanti di pubbliche istituzioni si è mai mosso per un allontanamento forzato dei clochard; la destinazione a un migliore ricovero sarebbe per loro una violenza.

MEGLIO DEI SERVIZI SOCIALI
Antonietta D'Albenzio la incontriamo nella «Casa del sorriso» mentre sistema abiti, organizza l'assistenza notturna per le prossime sere, vive della professione di assistente domiciliare per anziani, finito il lavoro si riversa in strada a fare anche ciò che sabato scorso ha fatto - sostituendosi a servizi pubblici carenti - e che continuerà a fare ogni sabato. «Lo so dice le lamentele sono tante, anche i vertici dell'istituto bancario di via Battisti hanno denunciato lo spettacolo di tanta indigenza e precarietà igienica, noi del volontariato ci sforziamo per aiutare queste persone e per pulire l'area privata che occupano. Di servizi sociali pubblici inutile parlare, non hanno fondi».
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