Una nuova struttura di accoglienza per i senza fissa dimora sarà pronta a Caserta nei prossimi mesi. Ieri in comune è stato firmato, tra l'ente e la Caritas diocesana, il Patto di Collaborazione per la riqualificazione e gestione di un immobile di proprietà comunale, in via Domenico Mondo, alle spalle della stazione ferroviaria. «Una nostra richiesta lunga molti anni, con un iter iniziato durante la scorsa amministrazione ha spiegato don Antonello Giannotti, direttore della Caritas diocesana che ha trovato finalmente la parola fine. Non posso che essere soddisfatto della conclusione di questo percorso che vede la Caritas sempre alla ricerca di nuovi spazi, di strutture adatte a realizzare centri di prima accoglienza per i senza fissa dimora. Ringrazio il Comune per l'opportunità e per aver messo a disposizione un immobile che ci permetterà di concretizzare il nostro progetto».
Firmato il patto bisogna ora dare il via ai lavori di riqualificazione per poi far partire l'attività del centro che consentirà di accogliere qualche decina di senzatetto. «La struttura - spiega il primo cittadino Carlo Marino - sarà gestita dalla Caritas diocesana, su richiesta e per volontà del nostro vescovo Pietro Lagnese e lo farà in collaborazione con altre associazioni, come la Comunità di Sant'Egidio, e nel solco di quanto già sperimentato con grande successo in un'altra struttura comunale, Casa del sorriso don Giorgio Quici, gestita nella stessa zona dall'associazione L'Angelo degli Ultimi».
Così, appena pronti i locali, donne e uomini in difficoltà avranno a Caserta un altro approdo con un'accoglienza a tuttotondo, dai servizi essenziali fino all'assistenza psicologica, nel rispetto della dignità della persona. «Offriremo conclude don Antonello - soprattutto tanta tenerezza, perché queste persone, segnate spesso da vicende personali molto tristi, non hanno bisogno solo di un pasto, di una doccia o di un letto. Hanno bisogno d'amore. Madre Teresa diceva che tante persone muoiono per mancanza di pane, ma molte di più muoiono per mancanza d'amore. Ecco, noi ci proponiamo di offrire loro il cibo più importante. A guidarci saranno quattro verbi: accogliere, proteggere, promuovere e includere. Ognuno di essi è al centro dell'enciclica di papa Francesco, Fratelli tutti, che all'articolo 129 spiega che è nostro dovere rispettare il diritto di ogni essere umano a trovare un luogo dove poter non solo soddisfare i suoi bisogni primari ma anche realizzarsi pienamente come persona. Non si tratta di calare dall'alto programmi assistenziali, ma di fare insieme un cammino attraverso queste quattro azioni, rispettando le diverse identità culturali e religiose, per essere aperti alle differenze e valorizzarle nel segno della fratellanza umana. Non chiederemo la carta d'identità, la fede in cui credono. Noi apriremo, come facciamo nelle altre strutture, le braccia a chi ha bisogno di abbracci. E questo è il messaggio anche del nostro vescovo».