Caserta, pazienti Covid ricoverati:
da oggi la famiglia non è tagliata fuori

Caserta, pazienti Covid ricoverati: da oggi la famiglia non è tagliata fuori
di Ornella Mincione
Sabato 5 Dicembre 2020, 08:31 - Ultimo agg. 20:49
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Ascoltate le lamentele, le polemiche, le preghiere e gli appelli di quanti non possono scambiare una parola con il proprio caro, ricoverato per l'infezione Covid, e di coloro che non hanno potuto dare l'ultimo saluto al congiunto, a causa della normativa nazionale che lo impedisce.

Ora l'Asl di Caserta, prima in regione Campania, non soltanto ha preso atto del malessere delle tante famiglie dei pazienti infetti ma ha anche elaborato un protocollo perché queste stesse famiglie possano parlare e interfacciarsi con i cari nei presidi Covid. Si chiama «Protocollo aziendale di umanizzazione nella comunicazione con i familiari di pazienti ricoverati Covid 19» e ha lo scopo di tracciare delle linee guida precise per il personale che opera a diretto contatto con i pazienti colpiti dal virus per facilitare e rendere più fluido il dialogo del ricoverato con il contesto familiare. 

Intanto, continua il monitoraggio del contagio. Quasi mille guariti a fronte di meno di 300 positivi. L'andamento è stabile di numeri che confortano riguardo il contenimento della pandemia. Resta ancora alto, purtroppo, il dato dei decessi: sono nove quelli riportati nel resoconto dell'Asl di Caserta pubblicato ieri. Sono 261 i nuovi positivi al Covid che portano il numero dei contagiati attuali a quota 12.009, mentre quello delle guarigioni accertate è 945, per un totale di 18.438 persone uscite dal tunnel del Coronavirus. I tamponi processati nelle ultime 24 ore sono 2.144: ragion per cui sono 12 positivi ogni 100 tamponi effettuati.

La diffusione del contagio, quindi, com'è evidente, si sta fermando o comunque resta stabile con un aumento sensibile delle persone guarite. Tra queste, sia pazienti sintomatici che asintomatici. 

Sebbene siano in decelerazione i numeri del contagio, ancora tanti sono i decessi. E ciò che più stressa e addolora le persone è la mancata possibilità di salutare il familiare ricoverato o guardare, anche solo per un momento, il parente che vive l'infezione in ospedale. Per andare incontro a questa problematica sociale, l'Asl guidata da Ferdinando Russo ha elaborato un protocollo di «umanizzazione», che tiene conto da un lato dello stress della famiglia e del paziente, e dall'altro del personale sanitario, messo di fronte alla difficoltà di andare incontro alla volontà dell'ammalato di non voler sentirsi solo. È proprio il personale sanitario l'unico legame con il mondo esterno del paziente ricoverato ed è anche il suo unico interlocutore in una situazione di grave pressione emotiva e di angoscia. Così come lo è anche per i familiari nei confronti del paziente. 

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Ecco perché l'azienda sanitaria casertana ha schematizzato le forme di comunicazione distinguendole in telefonata, videochiamata e comunicazione del lutto. Per tutte le forme comunicative, nel protocollo viene sintetizzato e programmato ogni momento del dialogo, indicando perfino il tono di voce del personale addetto che deve essere cordiale e amichevole. È possibile anche la videochiamata con il paziente, che può essere condotta dal paziente stesso (se cosciente) o dal personale sanitario.

Nel protocollo viene descritto il modus operandi in caso di comunicazione del lutto: gli operatori, stando alle linee guida, devono essere preparati a tale evenienza che comporta un notevole carico emotivo. È precisato anche che è fondamentale accompagnare i familiari durante tutte le fasi dell'ospedalizzazione e successivamente in caso di decesso: ragion per cui è possibile che l'operatore sanitario possa proporre, se dovesse ritenerlo, di mettere in contatto la famiglia con uno psicologo aziendale. In caso di decesso, è possibile fornire ai familiari un'evidenza visiva dell'avvenuto decesso, inviando una foto del defunto.
 

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