Caserta: blitz di Camusso al Pd: «Devo capire come cambiare»

La commissaria ieri in città

Susanna Camusso
Susanna Camusso
di Adolfo Pappalardo
Martedì 4 Aprile 2023, 08:28 - Ultimo agg. 12:39
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Non ha perso tempo Susanna Camusso, che ieri è stata a Caserta per "prendere possesso" della segreteria provinciale del Pd. Un vero e proprio blitz nella città della Reggia che ha spiazzato gli stessi militanti. Nessuno era stato informato, infatti, del suo arrivo. La Camusso ha incontrato l'impiegato che lavora nella segreteria provinciale e ha raccolto alcune notizie burocratiche. «Ho tenuto la prima riunione in federazione provinciale: per capire, conoscere, immaginare come cambiare», scrive in un post la commissaria.
Per ora è una calma apparente. Con il governatore De Luca che i suoi descrivono calmo e tranquillo nonostante la burrasca fuori e il commissario Misiani che ieri è stato a Napoli per i primi incontri nella sede del partito. E se salta il faccia a faccia fra i due (rimandato a dopo Pasqua) è solo perché le due le agende non s'incrociano. Ma le rispettive posizioni rimangono. A cominciare da quelle di Antonio Misiani nominato dalla Schlein con un compito ben preciso: «Intervenire in una situazione considerata non più accettabile», a usare le parole del senatore orlandiano di ieri mattina prima che iniziasse i suoi incontri a via Santa Brigida. E raddrizzare la situazione, riportare il partito in rotta liberandolo dai capibastone («Che non vale solo per De Luca», chiariscono da Roma) verso un congresso vero, senza il peso asfissiante dei vari ras: è la mission su cui la nuova segretaria nazionale ha scommesso tutto l'avvio della sua leadership, posticipando addirittura il varo della sua squadra.


«Mi aspetto un contributo da parte di tutti. Nessuno, ha la bacchetta magica. Io meno di tutti. È chiaro che - spiega Misiani - per far ripartire il Pd in Campania, ma lo stesso vale a livello nazionale, serve il contributo di tutti. Questo è il segno delle scelte di Schlein che verranno ufficializzate nei prossimi giorni, e questa è la volontà che concretizzeremo a tutti i livelli. È chiaro che sarà un percorso non facile ci sono situazioni che vanno affrontate e vanno affrontate con il contributo di tutti». E specifica: «Chiamatelo commissariamento o rigenerazione, chiamatelo come volete, ma noi abbiamo il dovere di cambiare in questa direzione il Pd». Poi a Napoli il senatore fa una serie di incontri che sono una prima ricognizione sulla situazione del Pd. Anzitutto quella finanziaria, tanto che il primo faccia a faccia è con il tesoriere regionale Nicola Salvati. Subito dopo i vertici napoletani appena insediati (il segretario Peppe Annunziata e il presidente Francesco Dinacci) e chi era in predicato per la guida del partito regionale: Rosetta D'Amelio che, indicata da De Luca, si è poi ritrovata stretta, suo malgrado, tra i nuovi equilibri interni.
 

Sin qui il primo giro d'orizzonte anche se i temi al centro son ben altri. A cominciare dal terzo mandato caro a De Luca ma avversato dalla nuova segreteria. Anche se l'argomento si discuterà più in là. «Sul terzo mandato ci sarà una riflessione del Pd a livello nazionale. Sarà quella - aggiunge Misiani - la sede in cui discutere e definire l'orientamento a partire dalle iniziative che promuove la segretaria Schlein. Il tema è nazionale e ci sarà una posizione del Pd nazionale». E l'occasione, chiariscono dal Nazareno, sarà la discussione della proposta di legge, depositata dal centrodestra, per far passare a tre il limite massimo dei mandati dei sindaci. D'accordo, in maniera trasversale, Anci, Lega e Forza Italia con Fdi invece tiepido sul tema.

E naturalmente il discorso sui sindaci si tira dietro quello dei governatori. E su questo punto, sul limiti dei mandati, la Schlein metterà in campo la posizione ufficiale del Pd che varrà ovviamente per tutti e non solo per De Luca. Anche se è lui ad essere maggiormente nel mirino.

Ma al centro c'è anche il nodo delle alleanze future e i rapporti del Pd nazionale con i big locali. Ottimi sicuramente quelli con il sindaco Manfredi e la sua squadra allargata all'M5s che però non vuole il governatore De Luca. «L'esperienza di Napoli è molto positiva, sono estimatore di Manfredi ed è una delle esperienze di governo che funzionano molto bene», specifica sempre Misiani. «Il Pd è una grande forza politica che è centrale nella mia colazione al Comune e dunque chiederò sempre maggiore impegno e capacità propositiva per quelle che sono le necessità della nostra città», ragiona invece il sindaco Gaetano Manfredi. Poi in relazione alla differenza di vedute con il presidente della Regione De Luca, sul percorso che il Pd dovrebbe intraprendere rispetto alle possibili alleanze il primo cittadino la tocca piano: «Le elezioni si devono fare tra anni, ci penseremo al momento giusto».

«Inizio 2026, c'è tempo», dicono informalmente anche da palazzo Santa Lucia dove tutti attendono la contromossa del governatore. In silenzio per ora. Non solo per studiare contromosse ma anche per capire il peso relativo della sua corrente all'interno del partito. Con la prova del nove tra oggi o domani quando i gruppi parlamentari voteranno i capigruppo. E serve capire se il figlio Piero conserverà l'incarico di vice alla Camera. E sarà il segnale per capire il livello di belligeranza tra De Luca e il Pd.
 

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