Dieci piazze, cinque parchi tematici, 786 metri di percorsi d'acqua, 511 alberi in più, 252mila metri quadri di verde, 48.820 mq di edifici rigenerati, oltre 13mila mq di fotovoltaico: 180 milioni di euro per trasformare Caserta in una città europea. Questi i numeri su cui si fonda il restauro e la rigenerazione urbana del Campo Laudato Si', già Macrico. Presentato ieri mattina il masterplan. Parco delle biodiversità, Parco delle arti, sei Serre, tre Rain garden, due canali, due specchi d'acqua, Parco dell'economia di Francesco, Hangar, Piazza eventi, Hub del fare, Piazza della ricerca, Piazza della Scienza, Parco della cura, Parco della pace, Cappella Laudato sì. Otto ingressi principali, sei ingressi secondari. Un'area parcheggio esterna perché il Campo Laudato si' sarà percorribile solo a piedi o in bicicletta
A presentare il masterplan con monsignor Giovanni Vella, presidente della Fondazione Casa Fratelli tutti e con don Antonello Giannotti, presidente dell'Idsc, c'erano gli architetti Massimo Alvisi e Marilena Baggio e in collegamento da Amsterdam Christian Iaione. «Un lavoro durato un anno, impegnativo, corale e di ascolto - ha detto Vella -; ora cominciano le nuove consultazioni che continueranno nei prossimi mesi. Questo è quello che sarà, non ci sono più alibi per chi continua a parlare di speculazioni edilizie, di cementificazioni».
Il masterplan è il documento di indirizzo strategico che sviluppa un'ipotesi complessiva sulla programmazione di quello spazio. Ora ci saranno le nuove audizioni e poi si giungerà al definitivo.
«Quando si progetta uno spazio - ha spiegato Marilena Baggio di Greencure non bisogna pensare solo alla vivibilità delle persone ma anche dare alle piante vivibilità, perché anche loro soffrono di stress. Importante è l'associazione tra piante. Ci sono piante che, come per le persone, tra di loro sono empatiche e altre che creano conflitti. Vedremo perciò quali piante stanno bene, individueremo quelle invasive e quelle aliene. La mia ambizione è che le persone diventino protagoniste, a partire dai ragazzi che poi fanno da traino con i genitori, affinché ciascuno si prenda cura di questo bene, lo senta proprio, lo viva come proprio e lo tuteli. La scelta delle piante sarà legata al ciclo della natura; è facile avere un parco bello in estate, bisogna lavorare perché lo sia in tutte e quattro le stagioni. Quello che facciamo è un lavoro culturale prima che ambientale».
La parte strategica di programmazione è stata affidata a Luiss LabGov/Ldis. L'obiettivo è di trasformare la Fondazione in un partenariato pubblico-privato-comunità (con il coinvolgimento diretto nella governance di attori sociali, civici e scientifici) per lo sviluppo sostenibile e dell'innovazione a Caserta, dunque, in un dispositivo giuridico e di governance collaborativa. «Si tratta di un'idea progettuale senza precedenti in Europa e forse nel mondo - ha detto Christian Iaione, cofondatore di LabGov.City - un modello che mette i beni comuni e le comunità vulnerabili al centro ed è anche per questo in linea con i principi della Costituzione e delle politiche pubbliche eurounitarie che ormai richiedono di orientare senza tentennamenti gli investimenti pubblici e privati verso obiettivi di sviluppo sostenibile, transizione ecologica e tecnologica giusta, cura, cultura, educazione, accoglienza, inclusione, pace e solidarietà».
Ieri mattina don Antonello ha fatto visita a padre Nogaro. «Sono andato a trovarlo e l'ho invitato a stare con noi. Appena si sentirà in forze verrà a vedere Campo Laudato Si'. È vicino e condivide l'operato del vescovo di Caserta, con cui intrattiene un rapporto di stima reciproca, e ha accolto con soddisfazione il Manifesto e la visione per il futuro dell'ex Macrico. Verde, aperto e condiviso con la città. Questa che sta accadendo è un'operazione unica, nessun Istituto in Italia ha messo mai a disposizione, gratuitamente, e senza trarne alcun guadagno, anzi investendoci soldi. Il bene attira più odio del male diceva François de La Rochefoucauld. Aprire i cancelli del Campo Laudato si' alla città, far rinascere quel luogo di violenza e poi di abbandono e trasformarlo in un bene per tutti è una cosa buona, sana, profetica. È segno di resurrezione, è Vangelo praticato».
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout