Caserta, pronto soccorso sfasciato:
liberi «influencer» e figlio del ras

Caserta, pronto soccorso sfasciato: liberi «influencer» e figlio del ras
di Mary Liguori
Martedì 20 Aprile 2021, 08:24 - Ultimo agg. 21 Aprile, 21:54
4 Minuti di Lettura

Non è la prima volta che finisce sui giornali, né è la prima volta che se la prende con medici e infermieri. Paolo Sforza, l'aspirante divo del web noto per essersi tuffato vestito da centurione nella fontana di Trevi e poi, seminudo, nella Peschiera della Reggia di Caserta (nella foto tratta da un video che lo stesso Sforza pubblicò sui social), è stato arrestato per la rissa al Pronto soccorso dell'ospedale di Caserta. Fatti avvenuti la notte di sabato quando, insieme ad altri tre soggetti, Sforza si è reso protagonista di una ennesima bravata. Due i momenti di tensione. Il primo ha avuto per protagonista il sedicente «influencer» che, insieme a Raffaele Capone, suo «manager» e figlio di un camorrista, hanno sfondato a calci la porta che separa la sala d'attesa dall'ambulatorio. Pretendevano che la moglie di Capone venisse visitata senza aspettare. Quando la situazione è degenerata in ospedale sono arrivati i carabinieri che hanno evitato che i violenti entrassero in contatto con il personale sanitario. In quel momento, però, arrivava in ospedale un ragazzo di 17 anni in stato di alterazione psicofisica. Ha inveito contro i militari. A dargli man forte suo zio. Una notte di follia a più riprese. I tre adulti sono finiti in caserma, il minorenne è stato denunciato. Ieri, il gip - sulla scorta di quanto raccolto dai carabinieri della compagnia di Caserta, diretti dal capitano Pietro Tribuzio - ha convalidato gli arresti di Raffaele Capone, Paolo Sforza e Attilio Russo per le accuse di rissa, danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale, ma li ha scarcerati. La direttissima si terrà il 26 aprile.

La rissa risale alla mezzanotte di sabato. Al Pronto soccorso si sono presentati Capone con la moglie accompagnati da Sforza. Da quanto si è saputo, i due si sono spazientiti per l'attesa. Ma anziché starsene buoni ad aspettare come civiltà impone, hanno tentato di sfondare a calci la porta dell'ambulatorio. Pochi minuti dopo sul posto sono arrivati i carabinieri. Qualche attimo di calma, poi ancora violenza. Al Pronto soccorso si presentavano in quel frangente il minorenne con lo zio. Hanno iniziato a provocare i carabinieri, li hanno insultati e poi sono venuti alle mani con Sforza e Capone. Per sedare gli animi c'è voluto l'intervento congiunto dei militari e del personale di sicurezza dell'ospedale. I quattro, incluso il minorenne, sono finiti in caserma. Poi ai domiciliari in attesa del gip che, ieri mattina, li ha scarcerati. Già in precedenza Sforza aveva aggredito i medici: accadde nel 2019, in quel caso accompagnava sua madre.

Il dg dell'ospedale di Caserta, Gaetano Gubitosa, nel condannare l'episodio ha dichiarato che sabato notte non è finita peggio grazie «ai lavori di messa in sicurezza del Pronto soccorso eseguiti nel 2020 che hanno evitato che fossero fisicamente aggrediti i sanitari in servizio».

Le opere, disposte proprio per tutelare l'incolumità dei medici e degli infermieri, hanno ampliato l'area per il pubblico, separandola nettamente da quella sanitaria. Un intervento provvidenziale,

Video

Per il segretario confederale della Cisl di Caserta, Nicola Cristiani, «non è la prima volta che accadono cose del genere e non sarà l'ultima. Si evince l'assoluta necessità di potenziare l'organico di Pronto soccorso che non riesce a soddisfare l'utenza a causa della mole di affluenza». «La maggior parte della popolazione si riversa su Caserta anche perché l'Asl, come sappiamo, ha trasformato due presidi ospedalieri, Maddaloni e Santa Maria Capua Vetere, in ospedali covid, sospendendovi le attività di Pronto soccorso. Chiediamo al dg Gaetano Gubitosa, di rafforzare quanto prima il personale infermieristico e di Oss in modo da velocizzare le prestazioni sanitarie ove possibile. In sostanza la richiesta è quanto mai semplice e urgente - precisa Cristiani - potenziamento dell'organico di Pronto soccorso, dove, lo ribadiamo, non si emettono solo prestazioni di emergenza-urgenza ma anche di assistenza quotidiana a circa 10 pazienti in O.B.I., Osservazione Breve Intensiva, vale a dire pazienti in attesa di ricovero».

© RIPRODUZIONE RISERVATA