Caserta, proroga tavoli e dehors:
si paga ma con lo sconto

Caserta, proroga tavoli e dehors: si paga ma con lo sconto
di Mariamichela Formisano
Domenica 25 Settembre 2022, 09:32 - Ultimo agg. 13:52
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È stata accolta con riserva a Caserta la notizia della proroga fino a fine anno della possibilità per bar e ristoranti di realizzare dehors e pedane all'aperto. È notizia di ieri l'estensione inserita nell'ultima bozza del decreto legge «Aiuti ter», che consente fino al 31 dicembre, «salvo disdetta dell'interessato», l'applicazione delle disposizioni decise nel 2020 per il Covid, ossia quelle che permettono senza autorizzazioni la posa in opera temporanea su vie, piazze, strade e spazi aperti di strutture amovibili, quali dehors, elementi di arredo, attrezzature, pedane, tavolini, sedute e ombrelloni. Ma è notizia di sempre che a Caserta la gratuità dell'occupazione di suolo pubblico è stata concessa solo in piena emergenza Covid, e che da aprile tutto si paga, tutto deve essere autorizzato e deve rispettare determinate regole, anche se con uno sconto del 40% rispetto alle tariffe imposte dalle amministrazioni precedenti a quella di Carlo Marino.

A rimarcarlo è l'assessore alle Attività Produttive Emiliano Casale che sulla novità della proroga si riserva di leggere gli atti e poi decidere il da farsi. Fatto sta che a Caserta quasi tutte le attività commerciali oggi hanno regolare contratto con il Comune e, con l'avvento dell'emergenza Covid, l'aumento delle richieste di spazi all'aperto è stata irrisoria, con un più 25% e circa 300 richieste ricevute in un anno. Ma le perplessità restano, ed hanno la voce degli operatori commerciali che oggi, per affrontare la spesa di pedane smontabili e removibili, recintate con ferro e vetro antisfondamento, dotate di scivoli per disabili, e rigorosamente scoperte, affrontano spese di almeno 6mila euro per strutture di due metri e mezzo per cinque. Cifre che non tengono in conto i rincari ultimi delle materie prime e non conteggiano le spese per inoltrare le richieste al comune e quelle dovute alla Pubbliservizi per l'occupazione dello spazio, talvolta sottratto ai parcheggi a raso e che si aggira intorno ai 90 centesimi a metro quadrato. 

Ma resta l'annoso problema: chi controlla che le regole siano rispettate? E la città pullula di tavolini sparpagliati sui marciapiedi e pedoni costretti a zigzagare tra questi; di concessioni concesse anche lì dove insistono scivoli per disabili, e spazi all'aperto di gran lunga più ampi rispetto a quelli disponibili al chiuso. «Ci siamo già mossi su questo fronte - annuncia Giuseppe Russo, presidente della Federazione Italiana Pubblici Servizi di Caserta - affinché si rispetti una proporzione tra gli spazi concessi all'aperto rispetto alle dimensioni dei locali al chiuso.

Ci premono oltre ogni ragionamento il rispetto sia del decoro urbano sia del libero ed equo mercato. Per questo abbiamo chiesto maggiori controlli e non solo: già un anno fa abbiamo avanzato alla Giunta Marino la richiesta di consentire d'inverno la chiusura a tetto dei dehors regolari, a garanzia della vivibilità degli spazi esterni di bar, ristoranti e di quelle attività dove il consumo di alimenti e bevande avviene sul posto.In caso contrario proroghe e termo-funghi serviranno a poco, anzi rappresenteranno uno spreco energetico ed economico impensabile. E' chiaro che questo rappresenterà un ulteriore dispendio economico per gli esercenti, difficile da sostenere per molti in questo periodo critico. Ma almeno per il prossimo anno ci si potrà organizzare».

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E mentre si contestano invadenze e trasgressioni, Caserta sembra quasi ignorare gli esempi di locali storici della città: esempi positivi di chi a proprie spese rifà marciapiedi, arreda spazi con panchine che preservano alberi e aiuole, illumina e ripulisce spazi ad altissima frequentazione; esempi negativi di chi, in dispregio delle più banali norme igienico-sanitarie, attraversa strade e incroci per servire pizze e insalate ai tavoli sul marciapiede di fronte. 

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