Caserta, calano i residenti:
è fuga dalla città dopo la pandemia

Caserta, calano i residenti: è fuga dalla città dopo la pandemia
di Domenico Zampelli
Giovedì 4 Marzo 2021, 08:18 - Ultimo agg. 19:23
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Caserta, città ferita. Dal Covid e dalla voglia di andare via, ma nel contempo è una città che cerca di resistere, provando ad investire nel futuro. Ci racconta tutto questo l'ultimo report dell'Istat, con i dati demografici aggiornati allo scorso mese di novembre. Che è stato tremendo. Leggiamoli insieme, allargando poi lo sguardo ai numeri provinciali e regionali. Nel capoluogo Lo ricorderemo a lungo, questo maledetto novembre. A Caserta non era mai successo di contare cento morti in un mese. Lo scorso anno erano stati 60.

Il dato annuale riferito alla mortalità nel periodo gennaio novembre ha raggiunto nel 2020 quota 766 rispetto ai 662 del 2019. C'è il Covid, probabilmente più di quanto si possa immaginare, c'è la ritrosia a recarsi in un ospedale in piena emergenza pandemica, c'è anche la consapevolezza che bisognerà attendere ancora un po' di tempo per ritrovare la normalità e la possibilità di analizzare i fatti.

Ma non c'è solo la mortalità.

Alla componente più dolorosa della decrescita demografica si accompagna infatti l'emigrazione, i tanti che hanno lasciato la città della Reggia. E questo lo racconta il dato sulla popolazione complessiva: a gennaio i residenti erano 73.984, a novembre se ne contavano più di 500 in meno, a quota 73.443. Colpi durissimi per il capoluogo. Ma c'è una luce in fondo al tunnel, rappresentata dai nuovi nati. Nel 2019 erano stati 409 tra gennaio e novembre, nello stesso periodo dello scorso anno sono saliti a 423.

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Anche il dato provinciale evidenzia un mese di novembre durissimo sul versante della mortalità, che pure in questo caso raggiunge e supera quota mille. Per la precisione 1.105, a fronte dei 605 del 2019. Il dato 2020, al quale manca ancora dicembre, sfiora quota ottomila, settecento in più rispetto al 2019. Fra i Comuni maggiori il più colpito dopo il capoluogo è Aversa, che conta 80 morti nel solo mese di novembre, più del doppio rispetto al 2019. Il dato annuale riporta invece una mortalità a quota 467 rispetto ai 401 del 2019. Numeri più che triplicati a San Nicola la Strada (che passa da 10 a 37), San Felice a Cancello (da 8 a 31) e a Casal di Principe (da 7 a 27). Dato più che raddoppiato, invece, a Marcianise (da 13 a 32), Mondragone (da 18 a 37), Capua (da 13 a 34) e ad Orta di Atella (da 12 a 25). Deciso incremento della mortalità anche a Maddaloni (da 27 a 39), Santa Maria Capua Vetere (da 22 a 39) e Castel Volturno (da 13 a 23). 

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Fortunatamente non è così dappertutto. Diversi Comuni hanno infatti mantenuto gli stessi livelli: è il caso di Teano, che si mantiene a quota 15. Nella regione Anche in Campania a partire dal mese di ottobre 2020 diventano via via più evidenti gli effetti della seconda ondata dell'epidemia Covid-19 sulla mortalità totale, con il mese di novembre che registra un incremento dei decessi tre volte superiore a quello rilevato a ottobre. Il dato gennaio novembre mostra un incremento della mortalità di quasi quattromila residenti: da 49.347 nel 2019 a 53.195 nel 2020.

I territori più colpiti sono Napoli, Caserta e l'Irpinia. Nella provincia di Napoli si è passati infatti da 24.568 a 26.903 (con un forte incremento nel mese di novembre, nel quale si sono contati 3.534 morti, contro i 2007 del 2019). mentre il Casertano è salito da 7.274 a 7.958 e l'Irpinia da 4.259 a 4.820. Numeri più contenuti, invece, nel Sannio ed in provincia di Salerno: nel primo caso il raffronto con il 2019 mostra un incremento da 2.978 a 3.114, mentre nel Salernitano si è passati da 10.268 a 10.397. E nessuna delle province è sfuggita, purtroppo, al forte aumento della mortalità del mese di novembre. 

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