Caserta, lo scempio al Bosco vecchio:
crollano muro e due querce

Caserta, lo scempio al Bosco vecchio: crollano muro e due querce
di Lidia Luberto
Lunedì 23 Novembre 2020, 08:23 - Ultimo agg. 13:57
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La tempesta di vento che ha colpito la città non ha risparmiato la Reggia e il suo parco. Il «museo verde», come ama definirlo il direttore Tiziana Maffei, è riuscito in parte a contenere gli effetti. Il danno più evidente è il crollo di due grosse querce nel Bosco vecchio, che, cadendo, hanno abbattuto anche un pezzo del muro di cinta a ridosso di via Passionisti. Per fortuna non si sono registrate ulteriori conseguenze a cose o persone, nonostante quella sia una strada particolarmente frequentata, ma evidentemente, non in questo periodo di lockdown e di vento.

La zona è stata, messa in sicurezza.

Un danno «contenuto», considerata la superficie del parco. Un risultato che è il frutto della particolare attenzione che si sta dando al «museo verde».

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Appena arrivata alla guida del monumento, la dg si era accorta delle sue condizioni tanto da parlarne, in più occasioni, come di «un malato grave». Da qui gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria effettuati in questi ultimi mesi che, come informano, appunto, gli stessi responsabili del monumento, «hanno permesso di scongiurare danni più gravi, nonostante la forza del vento di questi giorni sia stata davvero eccezionale». Peraltro, tengono a precisare dalla Reggia, «il crollo è accaduto in un'area a cui non si era ancora arrivati. Domani, comunque, inizieranno gli interventi sul muro di cinta e, se le condizioni meteo permetteranno di operare in piena sicurezza, anche sulle alberature adiacenti. Verrà inoltre effettuata la ricognizione approfondita nel Parco Reale». La spiegazione dell'accaduto sarebbe da ricercarsi, secondo i responsabili, nella «decennale disattenzione verso il patrimonio vegetale del Museo verde che ha portato ad una crescita incontrollata in altezza di molte alberature, di fatto instabili anche a causa di patologie delle parti basse così come degli apparati radicali». Un'impresa, certo, non facile: «curare centoventitre ettari di Parco richiede tempo, anche per l'attuale situazione estremamente critica». «Siamo intervenuti in questi mesi, anche grazie a puntuali ed imprescindibili valutazioni agronomiche, in varie zone del Bosco vecchio, dell'estremità est della Peschiera dove alcuni degli esemplari segnalati come a rischio di crollo sono stati tagliati, sulle alberature intorno e sotto la cascata, a ridosso di corso Giannone e, proprio la scorsa settimana, su quelle di via Gasparri».

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L'intento è quello di continuare a lavorare per restituire vigore al patrimonio vegetale della Reggia, salvando quanto più possibile, anche in collaborazione con centri di ricerca universitari, e tentando di rielaborare la memoria degli esemplari caduti o che si è stati costretti ad abbattere, attraverso il linguaggio dell'arte contemporanea con il concorso «Wooden Renaissance, a site-specific growth». Interventi che, di fatto, richiedono una programmazione a medio e lungo termine visto il grave stato di vulnerabilità in cui si trova il parco. «Ogni nostra azione è inserita in una prospettiva di lavoro almeno quinquennale - sottolineano i responsabili della Reggia - per assicurare risultati strutturali e l'urgente inversione di rotta. Entro l'anno dovremo riuscire a mandare in gara di appalto il primo piano di gestione triennale del Parco Reale».
 

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