Non solo cani e gatti, e i cosiddetti da compagnia, ma anche animali selvatici. «Di nessuno», dice lei in maniera più ampia, riferendosi a quelli abbandonati, maltrattati, feriti o dichiarati senza speranze. Per la casertana Valeria Luongo è arrivato il momento di dare il via al proprio sogno, quello di un luogo per tutti loro.
E così ha creato il progetto «Il mio cuore sarà il tuo rifugio», con una omonima campagna di crowdfunding per l’acquisto di un terreno, di 15-20 box per cani, di una casetta per gatti, di gabbie di degenza per quelli che hanno bisogno di essere isolati, di strutture e recinti per altri animali. Nel conto che ha fatto, nella previsione di spesa, ci sono pure un magazzino per il mangime, gli impianti elettrici e idraulici, e i materiali per la costruzione. Classe 1989, da dieci anni Luongo è volontaria nel canile municipale di Caserta. «Ma ho sempre avuto animali e mi sono sempre occupata di loro. Adesso però è maturata la consapevolezza di dare il via a questo progetto per il quale domando l’aiuto di chi voglia e possa contribuire». In molti lo stanno finanziando tramite il sito sul quale è nata la campagna di crowdfunding, mentre altri stanno partecipando privatamente perché la conoscono o perché si fidano di chi sponsorizza la sua idea, anche dall’estero.
«Tutto poi confluisce nel medesimo paniere. Questi lunghi anni mi hanno permesso di conoscere le necessità degli animali e, indirettamente, mi consentono di avere anche una certa credibilità agli occhi di chi ha visto il mio impegno nel volontariato e adesso, interessato a una causa che riguarda tutti, ha scelto di darmi una mano». Perché, difatti, di volontariato si tratta, e Luongo dichiara che non troncherebbe la sua disponibilità al rifugio municipale. «È capitato che sia stata contattata per dare un riparo a cani e gatti, ma pure agli uccellini caduti dagli alberi. Mi è stata chiesta accoglienza per un’anatra, un riccio, un pipistrello. Nel mio rifugio potrei dare ospitalità a tutti loro, con l’obiettivo di trovare ogni volta delle persone disposte ad adottarli. L’alternativa, qui, è inviare gli animali selvatici al Cras di Napoli, mentre si cerca di tenerli e di liberarli nel medesimo territorio, come è accaduto con il riccio che poi è arrivato all’oasi wwf Bosco di San Silvestro. Può capitare, inoltre, che ci si imbatta anche in galline e caprette abbandonate, senza cip identificativo».
La raccolta fondi è ancora aperta e ha bisogno di un buon contributo per trasformarsi nell’avvio concreto del progetto. «Continuerei ciò che ho sempre fatto in casa mia, ma con strutture migliori e con la possibilità di ampliare l’accoglienza. La cifra di 60 mila euro che ho individuato forse non coprirà tutta l’attività, ma mi permetterebbe di sicuro di avviare il progetto con ottime prospettive. Per adesso sto cercando il terreno adatto e mi sto confrontando con il mercato. Appena le norme anti-Covid me lo permetteranno, andrò a visitare quelli che mi sono stati già segnalati dalle agenzie alle quali mi sono rivolta. So che non è una strada semplice, ma allo stesso tempo ritengo che questo sia il momento adatto per intraprenderla grazie alle competenze che ho acquisito e alla consulenza dell’Asl, di un legale e di un ingegnere».