Caserta, strade rotte e città distratta
I turisti: «Non torneremo più qui»

Caserta, strade rotte e città distratta I turisti: «Non torneremo più qui»
di Lidia Luberto
Lunedì 6 Giugno 2022, 09:13 - Ultimo agg. 11:04
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«Non capisco cosa sia successo a Caserta: sono stato maresciallo dell'aeronautica e ho vissuto qui dal 1985 all'1987. Sono tornato oggi in visita e quasi non riconoscevo più questa città». È stupito, quasi incredulo, Francesco Russi, da Laterza in provincia di Taranto, arrivato con un gruppo di amici in visita alla Reggia. «Ho trovato Caserta molto peggiorata, trascurata, imbruttita», continua, inclemente, il maresciallo. A dargli manforte Maridora Tamburrino, dello stesso gruppo di amici: «Gli edifici sono rovinati, scostati, stinti, cadenti e le strade sporche e senza manutenzione. Quello che si prova percorrendo le vie del centro è un senso quasi di abbandono. Siamo qui da ieri (sabato, ndr), alloggiamo in un hotel del centro e, dunque, abbiamo passeggiato fino alla piazza Vanvitelli: anche questa che dovrebbe essere un giardino è piena di erbacce incolte e rinsecchite. Una desolazione».

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Una nota positiva rilevata dal gruppo pugliese, è stata, invece, la visita a San Leucio. «Abbiamo partecipato al percorso teatralizzato e ci è piaciuto molto. Però, anche nei pressi del Belvedere i giardini sono trascuratissimi, anzi non ci sono proprio più. Venimmo con i nostri alunni alcuni anni fa e ricordavo delle aiuole curate, ora non ce n'è più traccia», aggiungono Anna Bellavia e Maria Antonia D'Addario, da Ginosa, che, in attesa di entrare alla Reggia nell'ora stabilita, si sono trattenute al bar Tropicana. Dove Tony, storico barista, rileva il ritorno dei turisti. «Nei fine settimana registriamo un bel movimento, forse ancora più consistente di quello che si registrava prima della pandemia». Il suo, peraltro, è un osservatorio privilegiato, non solo per il bar a due passi dalla Reggia, ma anche per i loro bed&breakfast situati che sono spesso al completo. I visitatori sono stati, infatti, davvero tanti in questo lungo ponte del 2 giugno. Ma, purtroppo, le considerazioni raccolte fra le persone intercettate sono simili e unanimi. «Fa male vedere la città in queste condizioni. È trasandata, poco attraente. Ma come si deve fare?» è Giuseppe, da Avellino, a rivolgere la domanda, fra la rassegnazione e il disappunto, alla cronista che lo ha avvicinato. «Siamo venuti a vedere la Reggia e, arrivati prima dell'orario prenotato, abbiamo approfittato per mangiare qualcosa. Una scelta che ci ha dato la possibilità di guardarci intorno: un avvilimento», continua Giuseppe a spasso nei pressi del monumento insieme alla moglie Antonietta e al figlio Gennaro.

Poco più in là Luciano e Cecilia da Milano, hanno appena terminato di pranzare e si apprestano ad entrare alla Reggia. «Io ci ho messo una croce sopra: non scenderò più da queste parti. Anzi non scenderò più al di sotto di Roma se questo è l'andazzo», dice Luciano che non dissimula un certo fastidio. «Non ho mai visto tante buche per le strade come qui. O meglio ne ho viste forse altrettante a Roma. Noi ci spostiamo con il camper e, poi, raggiunta la meta, ci muoviamo in giro per le città con lo scooter: una cosa evidentemente sconsigliata in queste zone. Ora è così, figuriamoci cosa accade quando piove: le buche diventeranno pericolosi acquitrini». Insomma, Caserta sembra proprio non essere una città per turisti, respingente e poco attraente come hanno sottolineato i visitatori interpellati.

Senza contare che ieri, prima domenica del mese di apertura gratuita dei monumenti, era chiuso anche l'infopoint. Dunque, da un lato, la condizione della città, la sua immagine senza appeal, dall'altro l'assenza di un piano organico di rilancio. «Ci stiamo lavorando, non senza qualche difficoltà anche perché l'assessorato è stato, come dire, spacchettato e siamo, in tre ad averne competenze. Oltre a me con la promozione turistica, c'è Battarra con la cultura e Casale con lo sviluppo produttivo e gli eventi», dice l'assessore Luigi Bosco. «Comunque è pronta una delibera di giunta per istituire una card turistica con una serie di vantaggi (sconti in negozi, pizzerie, ristoranti) per chi rimane una o più notti. Il tentativo di arginare il turismo mordi e fuggi e incentivare i visitatori a rimanere».
 

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