Caserta, «il tribunale off limits: è anche
degli avvocati»: le toghe non ci stanno

Caserta, «il tribunale off limits: è anche degli avvocati»: le toghe non ci stanno
di Biagio Salvati
Sabato 6 Giugno 2020, 09:29
3 Minuti di Lettura
«Possiamo accedere, con le dovute precauzioni e distanze: dal fruttivendolo, in banca, da chi vende il pane, alle Poste, e in Tribunale perché no? C'è il Covid-19. Si vuole forse ipotizzare che sono gli avvocati i diffusori di questo maledetto virus?». È un passaggio di una lettera aperta a firma del penalista Alessandro Diana, ex presidente dell'Ordine forense, distribuita anche a mo' di volantino all'esterno del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere e indirizzata a Camera penale e consiglio dell'Ordine degli avvocati, in cui si stigmatizza quello che sta succedendo un po' in tutti i Tribunali d'Italia.

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«Per consentire l'ingresso di un avvocato in Tribunale prosegue Diana un giovane militare controlla se esiste una prenotazione per parlare con un cancelliere, con un magistrato, o se c'è un appuntamento, una pec, una mail, e se per qualsiasi ragione tutto questo non risulta, l'ingresso non è consentito e si lascia l'avvocato fuori, sotto il sole. Tutto questo è irragionevole conclude ciascuno di noi ben conosce quali sono le precauzioni da usare per evitare il diffondersi del virus. Non abbiamo bisogno di ulteriori divieti. Rispettiamo le ragioni e le esigenze dei vertici e del personale del Tribunale ma il Palazzo di giustizia è anche degli avvocati». Una situazione diventata ancora più incandescente dopo un servizio del Tgr Campania, sullo stato della giustizia a Santa Maria Capua Vetere, in cui molti avvocati non si sono rispecchiati.
LA POLEMICA
Sebbene siano partite anche le udienze da remoto al Giudice di pace lo scorso 29 maggio, come annunciato dalla presidente del Tribunale, Gabriella Casella, e siano state depositate 200 sentenze di Lavoro, in questo periodo di lockdown, gli avvocati lamentano l'impasse dell'attività forense, come ha cercato di spiegare in pochi secondi di intervista in tv il presidente dell'Ordine, Adolfo Russo, e per questo attaccato dall'opposizione che ne ha chiesto addirittura le dimissioni. «Credo che ci sia stato difetto di comunicazione o di errata interpretazione della mia dichiarazione sulle criticità dell'attività giudiziaria, rilasciata l'altro giorno al Tgr, nel totale contesto del servizio», afferma Russo a margine delle polemiche scaturite in seno all'avvocatura. «Il problema, del quale io stesso subisco i riflessi come avvocato, non è solo locale ma è riscontrabile po' in tutte le sedi giudiziarie a causa di una certa impostazione da parte del legislatore prosegue Russo ma nel dialogo in corso con il presidente del Tribunale anche per la questione del Giudice di pace è necessario trovare un punto di incontro, senza arrivare a un muro contro muro che non porta da nessuna parte».
«Per l'assurda richiesta di dimissioni conclude Russo, parlando di propaganda strumentale non credo di poter fare un regalo così importante ai colleghi dell'opposizione».
LE CRITICITÀ
Francesco Petrillo afferma che per il penale non condivide l'ottimismo offerto da alcuni media sul Tribunale: che non fa eccezione a livello nazionale. «Come è evidente dice Pertrillo che le criticità presenti prima dell'epidemia (organici ridotti all'osso, mancanza di risorse e una folle politica della geografia giudiziaria che il nostro Tribunale ha vissuto sulla propria pelle) siano esplose adesso in tutta la loro gravità». «In questa drammatica fase storica continua principalmente l'avvocatura, e quindi il cittadino che all'avvocatura si rivolge per tutelare i propri diritti, è costretta a fare i conti con la già cronica inefficienza della macchina giudiziaria italiana. Non posso non dare atto dello sforzo da parte dei vertici del Tribunale per superare questa ennesima gigantesca sfida: sono riprese le udienze in presenza e non da remoto anche se solo quelle di più agevole trattazione e si sta implementando la informatizzazione di gran parte dell'attività di cancelleria».
LE CANCELLERIE
Attenzione puntata anche sulle cancellerie a scartamento ridotto, «oggi funzionanti solo 3 giorni a settimana per sole 2 ore: che si tenga conto anche delle legittime esigenze degli avvocati oramai passate completamente in secondo piano», e sull'insufficienza dell'organico del Magistrato di Sorveglianza.
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