Casertavecchia invasa dalle auto:
«Vogliamo posti riservati nei parcheggi»

Casertavecchia invasa dalle auto: «Vogliamo posti riservati nei parcheggi»
di Lidia Luberto
Venerdì 10 Luglio 2020, 11:01
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La piazza e le auto, le vie strette e tortuose e le auto, il piccolo belvedere e le auto, i tavolini fuori dei locali e dei ristoranti sistemati fra le auto: come si può guastare un'atmosfera, rovinare la bellezza e l'immagine di un luogo con la presenza invasiva dell'uomo. È quello che succede a Casertavecchia, praticamente da sempre. Metti una sera d'estate nel borgo medievale, le luci discrete, la cattedrale maestosa, la vista sulla città nuova accesa di piccoli bagliori, gruppi di persone, giovani, coppie, famiglie di turisti provenienti da diverse parti d'Italia, (bolognesi, pugliesi, marchigiani, romani), che dopo aver cenato passeggiano per le stradine silenziose godendo il fresco che il sito regala. Un ambiente ameno se non fosse, appunto, per quelle ingombranti e inopportune presenze: le auto parcheggiate dappertutto a Casertavecchia sono assolutamente fuori contesto, un pugno nell'occhio, un problema che proprio non si riesce a eliminare.

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Nonostante le ordinanze, la ztl, i divieti, il richiamo alla responsabilità: niente, la ricerca della comodità a tutti i costi supera qualsiasi appello. Così, le macchine resistono nella piazza del Duomo, lungo la stradina che lo costeggia, sul piccolo belvedere, nascondendo e, spesso, anche danneggiando le poche panchine posizionate davanti allo spettacolo della Caserta nuova, giù in basso, e del territorio circostante con le case, i palazzi, le strade e del Vesuvio e delle isole di Capri e Ischia, all'orizzonte.

Le auto che invadono ogni spazio disponibile sono tutte, o quasi, degli abitanti del borgo. I visitatori le lasciano giù nei parcheggi e poi salgono a piedi. Invece, la cattiva abitudine dei residenti di fermare l'auto sotto casa, proprio non si riesce a sradicare. Anche perché i controlli sembrano essere inefficaci. La polizia urbana sale spesso, ma, appena viene avvistata, scatta l'allarme e comincia il fuggi-fuggi generale e le vetture spariscono come d'incanto. E poi da qualche giorno è inattivo anche il dispositivo di rilevamento delle targhe, così è più facile approfittare.
 


«Il fatto è che non abbiamo dove lasciare le macchine. Certo i parcheggi ci sono ma spesso li troviamo pieni. E allora - è la testimonianza di uno degli abitanti che preferisce rimanere anonimo - arriviamo in auto fino in centro». Ma sarebbero anche disposti a lasciare giù l'auto, dice, a patto che i posti fossero assegnati in modo da evitare il rischio di non trovarli disponibili. «Io sarei pronto a parcheggiare giù e persino a pagare un canone annuo, se mi fosse garantito lo spazio», aggiunge.

Un sacrificio, lasciare l'auto lontano dal centro, che farebbe bene alla rinascita del borgo, alla qualità dell'offerta turistica. «A fine giugno ho ospitato un gruppo da Modena.
Erano soddisfatti del borgo, ma meravigliati delle auto parcheggiate ovunque» afferma il titolare di un b&b. 

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