Castel Volturno, bufale nell'oasi
protetta: scatta la denuncia

Castel Volturno, bufale nell'oasi protetta: scatta la denuncia
di Vincenzo Ammaliato
Sabato 6 Giugno 2020, 09:25 - Ultimo agg. 09:53
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Dopo un inverno rigido, soprattutto piovoso, le bufale possono finalmente tornare al pascolo. E se lo spazio a disposizione per gli animali è scarso, all'allevatore di Villa Literno, con azienda al confine con Castel Volturno, basta usare una pala meccanica per rompere il recinto della campagna confinante e consentire alle sue bufale di avere una più ampia area a disposizione. Poco importa al titolare dell'azienda zootecnica che la campagna confinante sia un'area protetta, che rientri all'interno del perimetro dell'ente riserva, che sia una zona dall'altissimo valore naturalistico e ristoro per migliaia di uccelli migratori.

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Qui siamo a Le Soglietelle, a Est della via Domiziana, cinquanta ettari di pianeggiante campagna sottratti oltre dieci anni fa al bracconaggio e visitata ogni anno da migliaia di appassionati e studiosi di natura, oltre da decine di scolaresche. Anzi, probabilmente l'allevatore prima di compere l'atto di prepotenza avrà pensato a tutto quello spazio destinato solo al ristoro di uccelli che invece dovrebbero incrociare le doppiette dei cacciatori, e quindi ha ritenuto normale, se non utile, compiere lo scellerato gesto. Che per fortuna non è rimasto impunito. A differenza del passato, l'area adesso è costantemente vigilata e monitorata. I fondi ottenuti dalla Fondazione con il Sud che ha investito su le Soglietelle, hanno consentito all'ente riserva di sottoscrivere un protocollo d'intesa con la Lipu, e proprio i volontari dell'associazione ambientalista hanno scoperto l'abuso quasi in tempo reale.
I CONTROLLI
Avvisato Giovanni Sabatino, presidente dell'ente, in zona è stato eseguito un rapido sopralluogo da parte dei carabinieri del nucleo forestale. Ne è seguita un'indagine che in breve tempo è risalita al responsabile dell'abuso, che è stato denunciato alla procura della repubblica sia per l'effrazione, sia per il danno economico causato all'ente. «È sconcertante la prepotenza mostrata dall'allevatore racconta Giovanni Sabatino, il presidente dell'ente perché non ha solo divelto un'area piccola per consentire il passaggio furtivo degli animali. Ma ha spazzato via ben settecento metri lineari di rete metallica, e i grossi pali che la reggevano; insomma, come per dimostrare di essere il titolare assoluto del territorio. Ma la natura non ha padroni. Ed è per questo che qualora ne seguirà un processo, e ce lo auguriamo, l'ente riserva si costituirà parte civile». Quindi, finalmente nessuno sconto per chi sulla costa casertana approfitta dei beni comuni per scopi privati e come in questo caso lo fa con arroganza. È chiaro che la filiera bufalina nell'area domiziana e dei mazzoni è preziosa sia dal punto di vista economico sia naturalistico. Ma per andare avanti non può certo prevaricare su ogni altro settore. Intanto, però, c'è da sistemare la recinzione divelta. Con il ritorno alla vita normale, dopo le restrizioni per il covid, oltre agli uccelli migratori che anche durante il lockdown stazionavano qui, a Le Soglietelle arriveranno vecchi e nuovi visitatori attratti dal suo patrimonio di biodiversità.
L'AREA
Sarà importante far trovare l'area in buono stato. In questa ottica la recinzione è indispensabile, perché evita intrusioni di malintenzionati che potrebbero deturparla. Ma gli enti pubblici campani sono sempre alla canna del gas, con casse al rosso fisso. «Per questa circostanza, però rassicura il presidente Sabatino si è già mossa la macchina del volontariato. La Lipu sta dando una generosa mano».
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